Esco a trovare un po’ di amici. 5 euro dentro il portafogli e la carta bancomat. Apro il portone e la strada è bagnata, la luce dei lampioni rivela una pioggia finissima ma insistente. Salgo in macchina, direzione banca. La solita dove vado a fare bancomat anche se non è la filiale dove mi servo. Secondo me là dentro hanno la mia foto con su scritto “WANTED”. Saranno 5 anni che faccio regolarmente bancomat lì e non ho mai visto la faccia di un impiegato. Ci sono andato anche la settimana scorsa, quando ho ritirato 50 euro senza problemi. Infilo la tessera, guardo il tastierino e solo una frase nella testa: “e adesso quale cazzo è il codice?”

Niente, memoria completamente andata, come una schermata blu con annesso codice esadecimale dell’errore. Ricordo solo qualche cifra, forse, e non ricordo bene l’ordine. Provo, riprovo, ripeto. “La carta è stata aggiornata, adesso è possibile usarla nuovamente”. Mi sa che ho fatto qualche cazzata…vabbè si è fatto tardi, mi faccio bastare 5 euro.
Non so a voi, ma a me in macchina vengono sempre le idee migliori, e talvolta riaffiorano alla mente i ricordi più strazianti. Prima invece mi è tornato alla mente il codice del Bancomat, limpido come l’acqua di fonte e chiaro come il cielo di primavera. Come cazzo ho fatto a dimenticarlo solo cinque minuti prima. Per strada mi ricordo anche di un’altra filiale lungo il corso di Civitanova Marche.
Infilo la tessera, inserisco il codice che credo giusto. Il computer mi tiene sulle spine: “Operazione in corso”. Evvai, è andata!
Due secondi dopo: “La carta non è abilitata all’operazione”.
Fanculo mondo.
Trent’anni e sentirli tutti.