Michele entrò nel palazzo che al contrario di quello che appariva all’esterno, era piuttosto malridotto e ammobiliato con robaccia da rigattiere. Il pavimento in Linoeleum verde, le pareti bianche con frequenti macchie di origine dubbia e una orrenda scrivania intarsiata con un piano di compensato inchiodato sopra, facevano sembrare quel posto un ospedale iraniano ammobiliato da un francese. 4 finestre con inferriate lasciavano filtrare la luce solare, comunque messa in secondo piano da un arsenale di luci al neon, tutte di dimensioni diverse, appese senza cura per la sala. Una scala dai gradini di marmo sulla destra portava alla agognata ferramenta.
L’uomo che gli si presentò davanti era vestito con un frac che pareva risalire al primo Dracula. Pelata lucida, colorito rossastro, dentatura bianchissima che quasi scompariva a confronto dei due occhi azzurrissimi e dal taglio vagamente orientale. Il viso, allungato in maniera anomala dimostrava circa 60 anni. O 800 a seconda delle vostre credenze esoteriche. Era lo “Strozzino”

“Oh…il signor Michele se non ricordo male…come va a casa eh? Quella deliziosa casetta rosa vero”

“ehmm…si esatto”

“E cosa la spinge fin qua mi dica” disse in tono squillante Strozzino.

“Bhe…mi serviva un trapano con delle punte…per aprire una serratura”

“Non per commettere un furto mi auguro signor Michele”

Strozzino rise di gusto alla sua battutaccia e Michele si sentì in dovere di rispondere a sua volta, ridendo. Ma era una risata forzata

“No…no…ho dimenticato le chiavi dentro…tutto qua”

“Bene bene, venga su con me”

Salirono la scala alla destra e dopo due rampe di scale si ritrovarono in una sala esattamente uguale a quella sottostante tranne per i lunghi scaffali di metallo che ordinati su 10 file, riempivano tutto il piano. Sopra ogni scaffale centinaia di articoli di ferramenta di ogni epoca erano disposti in maniera apparentemente disordinata.

“Le serve qualcos’altro oltre al trapano?” chiese Strozzino, che lo conduceva sicuro in quel labirinto di rottami.

“No no…solo il trapano grazie..”

“Bhe…le servirà anche una nuova serratura ed una chiave…”

“Ah sì…ha ragione”

A Michele sembrò che sul volto dell’uomo si dipingesse un sorriso ben poco rassicurante.
Strozzino si fermò di colpo davanti ad una scatola enorme, impolverata ma scintillante nei suoi caratteri gialli su sfondo rosso. Prese con cura la scatola e la appoggiò a terra, aprendola e tirandone fuori il contenuto

“Questo caro mio, è un Tracmatic 2000, trapano a concussione e perforazione, impugnatura in onice, alimentazione con fili di cadmio e oro per una miglior resistenza, scocca in carbonio e kevlar e guarda qua…” disse aprendo una valigia in alluminio satinato “…set completo di punte in titanio-molibdeno con puntale in zircone. Con questo puoi trapanare una montagna…”

“Molto bello” disse Michele che aggiunse “…ma io cercavo qualcosa di meno professionale…”

La cordialità sparì dalla faccia di Strozzino, e lasciò posto ad una faccia quasi offesa

“Oh ma signor Michele…lei mi offende, da noi c’è solo il meglio del meglio cosa crede…vuole prendere uno di quei prodotti scadenti che si fondono subito? Questi li usano anche gli astronauti lo sa?”

“Si ma la NASA se lo può permettere”

“Oh via, il prezzo è bilanciato per quello che offre, e poi è un concittadino, le vengo incontro non si preoccupi”

Strozzino tirò fuori un telecomando. Due bottoni gialli, uno con sopra una M ed uno con una S si stagliavano sulla plastica nera. Premette M. Dopo qualche istante, quasi dal nulla, un uomo di colore, altissimo, con una strana acconciatura afro, vestito con un completo grigio e cravatta turchese si avvicinò a loro.

“Maurice…prendi questo articolo per il nostre ospite per favore”

Il gigante richiuse tutto il set del Tracmatic 2000 nella sua gigantesca scatola e la sollevò come se fosse un pacco di grissini.

Strozzino ricominciò il suo vagabondare apparentemente casuale nel labirinto fermandosi ad un tavolo di ferro con centinaia di serrature disposte sopra.

“Ricordo bene la sua casa…ha fatto un finanziamento con noi se non ricordo male…”

“Si…” rispose Michele. Quella frase riaprì una ferita mai rimarginata nella sua testa. Vent’anni prima aveva aperto un mutuo con la finanziaria dello Strozzino con il risultato che le rate parevano non finire mai a causa di misteriose fluttuazioni dei valori in borsa, smottamenti del valore immobiliare e arcane note scritte in elfico e con inchiostro simpatico nei contratti di acquisto della sua casa. Insomma, una prigione e forse ci era ricascato di nuovo.

“Direi che questa è la serratura giusta” disse Strozzino “è appartenuta ad un attore famoso sa, quindi è un cimelio…noti la raffinatezza dei bassorilievi incisi nell’ottone, la bellezza della maniglia”

A Michele sembrava un rottame oltre che orrendamente barocca.

“Ma a me serve solo la serratura signor Ferraciti…”

“Ma scherza? La casa è una cosa importante anzi sa che le consiglio? Dare un tocco di classe alla sua casa, gliene ordino una ventina, vedrà che ‘salto’ noterà anche solo impugnandola una di queste maniglie”

“No davvero…io sono per uno stile semplice…io”

Strozzino lo interruppe appoggiandogli una mano sulla spalla in posa paterna. Lo guardò negli occhi dicendo “Michele, posso chiamarla Michele si? Si fidi di me, io so che serve per una casa di classe, lei si deve affidare solo a me anzi, sa che le dico? Gli mando dei ragazzi che mi faranno un reportage completo sulla vostra casa, cosi poi pensiamo a come riammodernarla con mobili che abbiano un minimo gusto, serramenti, intonaco insomma, la trasformeremo casa sua signor Michele non si preoccupi”

“Iniziamo dalle serrature, blocchettini di ottone e maniglie, per gli infissi e le porte purtroppo si dovrà spendere un po’ di più”

Strozzino tirò fuori nuovamente il telecomando premendo il pulsante ‘S’. Un altro uomo enorme, ma in completo nero e cravatta rossa, i capelli quasi bianchi e portati lunghi, rossetto e unghie smaltate e una barba nera appena rasata si presentò da loro con una block notes e penna Montblanc in platino.

“Allora Samuela…segna, 20 set di serrature hollywood per infissi, verifica, visita privata con book fotografico, progettazione e fattibilità e metti anche mobilio e infissi”

‘Samuela’ scrisse tutto con una velocità incredibile e si mise a seguirli insieme a Maurice.