Che i biglietti di auguri tocca scriverli sempre a noi

Mese: Ottobre 2010

50 sporchi millisecondi

TLAC!

Incredibile come un semplice gesto, piccolo, istantaneo e banale possa trasformarsi in tragedia

TLAC!

Quanti destini sono cambiati per un gesto, vite spezzate da un pollice verso, città distrutte da un pulsante premuto, destini stravolti da una semplice firma…

TLAC!

Che Dio maledica i piccoli, istantanei e banali gesti. 50 dannati millisecondi.

Destra o sinistra?

‘Ce l’ha con me?’

La ragazza stava gesticolando verso la mia direzione. Mi giro; tutti gli altri passeggere del pullman sono tranquillamente seduti, l’unico in piedi e girato verso la strada sono io.

Mi ha abbandonato anche lei

Questo è un mese nero per i miei affetti…sarà la primavera…

Stavamo andando a cena, solo un po’ in ritardo, ma niente di preoccupante. Eravamo arrivati a più di metà tragitto, e proprio usciti dalla superstrada, dopo aver dato la precedenza all’incrocio, lei si mette a titubare e singhiozzare, non sa cos’ha. Lì per lì credo di aver fatto qualcosa che le ha dato fastidio, ma niente, non era colpa mia. Provo a riprendere da dove eravamo rimasti, ma nulla…lei singhiozzando mi fa capire che non ce la fa più, che non può più andare avanti in quel modo. Mi molla lì…proprio in mezzo alla strada. Non avevo la minima idea di come confortarla, di come prenderla, toccarla. Fermo, lì, abbandonato, in mezzo alla strada.

Solo il tempo di un bacio

Sarah rientrava dopo la notte passata tra i tavoli del bar. Aveva smontato all’una e venti, all’una e quaranta aveva finito di pulire, e adesso che erano le due si trovava davanti l’ingresso di casa. Infilò la chiave nella toppa e notò che la porta era solo accostata. Era sicura di averla chiusa, si ricordava di aver raccolto il mazzo di chiavi dal mobile e di aver girato due volte. Poi ripensò a tutte quelle volte in cui si era convinta di una cosa sbagliata.

Quando accese la luce e la stanza rimase al buio non aveva più dubbi: qualcuno aveva forzato la serratura. Con gli occhi della memoria aprì senza esitazione il cassetto di fianco all’ingresso e vuotò le tasche. Si girò con la schiena verso il mobile, le mani appoggiate al bordo del piano. Non lo vedeva ma lo immaginava lì, seduto sulla poltrona accostata alla parete di fronte.
“Ciao Sarah.”
“Ciao…” rispose lei.
“Sapevi che ti avrei trovato, alla fine.”
“Lo sapevo…”

La donna di cuori

Ancora i miei occhi su di loro, ancora la mia mano contro le loro. Che poi di mani non me ne sono rimaste neanche tante, di questo passo duro altri tre bui. Guardo le mie carte, tre e quattro di picche.
Passo lo sguardo su ogni giocatore, e quelli che scruto sono sguardi di chi sta guardando assi e kappa. Li sento talmente tanto nell’aria quegli assi e quei kappa che mi sembra quasi di vederli. Quello alla mia destra invece ha una coppia di donne, mi ci gioco tutto quello che mi è rimasto, ovvero niente. Che poi ad avercela una coppia di donne…io mi accontenterei già di una.
Ma è possibile che mi metta a pensare a lei persino in brache di tela?

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