Corro e sento freddo.
Va bene, posso capirlo i primi minuti…anzi che dico, secondi…ma dopo 28 minuti sentire freddo? No no, c’è qualcosa che non va. Attivo il mio sistema di biocontrollo, una specie di check up del sistema.
I polpacci? Sono ok.
Le gambe? Sono ok.
Le scarpe? Sono ok. Ho pure evitato tutte le pozzanghere, cosa rarissima per me.
La testa? No, ok pure quella, o almeno, dal punto di vista della temperatura, perchè dentro c’è un macello.
Alzo lo sguardo e osservo il cielo, nessuna goccia sul viso.
Stasera non piove e la felpa è asciutta. Ieri pioveva e la felpa era bagnata.
Avevo freddo? No.
Non è che il freddo è dentro? Controllo. Un po’ di malumore, un po’ di buonumore, un sano equilibrio che mi invidiano a naso circa 2-3 miliardi di persone. Quindi non è dentro. Quindi è ok.
Provo a correre più veloce, magari son troppo lento. Nulla, sempre quel freddo.
Faccio un giro diverso e imbocco il salitone, qua faccio fatica a questo ritmo, non posso avere freddo.
Invece ho freddo.
Mi giro, guardo se c’è un tizio in nero, con mano scheletrica e falce a meno di un metro da me.
No, non c’è nessuno.
Ma allora cos’è? Arrivo alla discesa, il passo si allunga e solo allora capisco.
“Cazzo…mi si sono strappati i pantaloni!”