Scrivere del Natale è banale, talmente banale che mi viene di farlo.  La trovata bella del Natale è che l’hanno messo alla fine dell’anno e non all’inizio, dove tra l’altro sarebbe stato pure più logico, ma in questo modo non si scappa dall’associazione Natale/fine dell’anno. Chissà se l’hanno fatto di proposito oppure è venuta così.

Fare i buoni alla fine dell’anno secondo me è molto più facile che farlo all’inizio, perché l’inizio dell’anno è come fosse una lavagna pulita sulla quale vuoi scrivere cose bellissime e indimenticabili e allora per farlo sei disposto a lasciare il resto alle spalle e a fare anche un po’ lo stronzo, se serve. Invece a fine anno vedendo che quella lavagna è piena solo di pensierini che al massimo potrebbero essere raccolti sui libri tipo quelli di Fabio Volo ti viene un po’ di tristezza e di rimpianto per un anno di tempo che non hai più, e allora diventa facile rifugiarsi nei buoni sentimenti e nelle persone care che almeno per qualche giorno ti tengono al riparo dal mondo. Secondo me se il Natale fosse capitato i primi di febbraio non avrebbe funzionato così bene, e le industrie avrebbero venduto anche meno panettoni che tanto si mangiavano le sfrappe.
Però il Natale è capitato a fine anno e allora quando arriva Natale pensi a quello che hai fatto, a quello che non hai fatto e a quello che avresti potuto fare. Il solito bilancio insomma.
Se penso alle cose che sono successe quest’anno, mi viene da pensare anche all’anno scorso, che come questo si è chiuso con dei momenti che, per non essere troppo drammatici, definisco semplicemente sfavorevoli. Due dicembre di merda insomma. L’anno prossimo mi devo aspettare il terzo, poi sarà tutta discesa.

Se penso a quello che è stato e a quello che poteva essere però sono contento lo stesso. Penso che tra una cosa brutta che accade e una cosa che non accade affatto, è meglio la prima. Sempre che non si tratti di disgrazie serie e per disgrazie serie non intendo la morte, quella secondo me non andrebbe temuta e disprezzata come facciamo, fa parte della natura, di un percorso. Se non morissimo la vita non sarebbe mica così importante. Tra l’altro io voglio morire in un modo memorabile.
Quello che mi fa paura è la malattia, il pensiero di non potermi più alzare sulle mie gambe, il pensiero di perdere un braccio in un incidente, di rincoglionirmi proprio del tutto, e robe così. Cose carine da scrivere per Natale.

Una volta lavoravo con un tizio che diceva: “Solo chi non fa nulla non sbaglia nulla” e finché sbaglio vuol dire che qualcosa sto facendo. A pensarci quest’anno ho fatto un casino di cose, allora!
Che poi mica è stato un anno pessimo, ci sono stati bei momenti, solo che adesso non mi vengono in mente. Però ho conosciuto gente, abbiamo aperto questo Blog, ho finalmente conosciuto di persona l’altra firma che scrive qui insieme a me.
Apro una parentesi, il bello di Internet è che cominci a scrivere o a parlare con certe persone magari per anni e anni e poi quando le conosci non sono minimamente come le immaginavi. Ci sono due categorie di persone, quelle che sono quasi come le immaginavi, e quelle che sono tutt’altro. A me dicono che sono di quelli tutt’altro. Quello che scrive con me invece è uno di quelli quasi, solo meglio.
Tra le altre cose cosa che ho fatto quest’anno c’è che ho smesso di scrivere di videogiochi, anzi, ho smesso di farlo sotto compenso, in attesa di smettere proprio del tutto. Ho litigato con gli amici, poi c’ho fatto pace, sono stato ad un soffio dal perderne qualcuno. E in questo momento non ricordo tante altre cose, però ho un sacco di buone intenzioni per l’anno prossimo. Intenzioni buone, nate dai sentimenti buoni incoraggiati dal Santo Natale.

E proprio perché mi sento così buono che non mi riesce di dirvi che il post qua sotto, scritto dalla persona che ho conosciuto meno di un mese fa e che era quasi come la immaginavo, in realtà è una cosa riciclata. Non ve lo dico anche se non ci sarebbe nulla di male, che a Natale tanto si ricicla tutto, dai regali ai buoni sentimenti.

Buon Natale!