Fra due giorni sarà il giorno del grande CHRISTMAS. Non so cosa esattamente voglia dire, è una tradizione vecchia di migliaia di anni che viene portata avanti con grande clamore. In questo particolare giorno succede che la gente tenta di sorridere agli altri, si fanno regali a chi si vuole bene (o a chi si ritiene abbastanza importante), ma soprattutto, tutti si muovono ancora più veloci. In più, il mio telefono continua a squillare, un sacco di gente vuole rimettersi in contatto con me, perchè è CHRISTMAS, è importante che si mantengano i contatti, che tu possa pensare bene degli altri. Genny a casa è in perenne tensione a causa di questa melodia a 40 hertz, non dorme da giorni. Esco di casa per unirmi anch’io ai preparativi del grande CHRISTMAS, lo festeggerò in maniera molto canonica, facendomi un regalo perchè in questa città ci vivo da poco e io sono l’unica persona di cui sono amico.

Dopo qualche minuto mi ritrovo sulla banchina della stazione, un allegra ma malinconica casettina gialla, attorno un sacco di grigioni che sbuffano guardando il contaore al polso.
Non ho mai capito se c’è una scadenza per prendere i regali, una specie di supertimer con cronometri appesi in tutte le città del mondo. Forse le regole del CHRISTMAS sono molto più complesse del “sorridi a tutti” e “fai i regali”, non lo so, forse è una sfida e ci sono i dilettanti come me e i professionisti, che prendono soldi se vincono una sfida CHRISTMAS e con questo ci campano, è un lavoro, con una classifica online e un campione del mondo che deve difendere il titolo ogni anno.
Non finisco di immaginarmi come potermi iscrivere al CHRISTMAS world tour che subito la mia attenzione viene catturata da un Rosso che cammina parlando a voce alta di fronte ai grigioni che attendono il treno insieme a me.
Il rosso comincia a dimenarsi, danzando tra le rotaie, saltando da panchina a panchina spiegando agli sconvolti astanti come il drago di terra è limitato dalle sue rotaie, ha bisogno di spiccare il volo, c’è bisogno di nuova magia perchè lui è il re, lui deve poter atterrare in centro e poter ruggire ammirato da tutti.
La platea non risponde, solo sguardi sprezzanti verso il genio ribelle, che capito l’andazzo impallidisce fino ad un rosa tenue e si siede, rimurginando tra se e se sull’ingiustizia del mondo che lo circonda.
La corsa del treno dura esattamente 3 minuti e 45 secondi, la puntualità è essenziale nella Grande Città. Scendendo dal drago di terra mi aspetta la giungla umana che omogeneamente si muove fluttuando sulle strade verso la MegaFiera “L’impero”, la grande scatola dei regali.
La ricerca ossessiva del regalo perfetto scatena una follia collettiva, io stesso oramai provo difficoltà e terrore in quello che un tempo era un piacere (?) e non un impegno gravoso.
Il fiume umano mi porta senza nessuno sforzo verso le 12 grandi porte della MegaFiera, il posto più grande della già grande città, un complesso di quartieri e vie, negozi, rapinatori e centri di assistenza, 30 piani di divertimenti e spese pazze, con mille lingue. Una moderna Ziqqurat.
Prima di entrare mi avvicino ad un banchetto interessante, seduto su una sedia c’è un blu che subito cerca di vendermi la sua merce.

“Questa qui è roba buona, aerodinamica e veloce”
Notando la mia faccia perplessa continua a bassa voce “solo per lei, gliele faccio 2 euro cadauno”
“Non hai qualcosa di più normale?” ribatto
“Vuole qualcosa di più semplice? Ma ovvio che ce l’ho signore, 50 centesimi, compattezza standard ma più dura, non è farinosa come quelle di qualità lei capisce..”
“Ma le posso portare a casa?”
“O no signore, le deve usare subito queste, o non durano”

Mi guardo in giro per vedere se c’è qualcuno che si divertirebbe con il simpatico scherzo che ho in mente ma vedo solo grigioni, no no, rischierei la querela

“Mi dispiace” gli dico “Non ho nessuno con cui usarle”
“La capisco signore, ma forse le interessa questo, vede, io possiedo la più grande invenzione dell’uomo” e nel mentre tira fuori una bottiglia di vetro che stappa con molta cura
“Ma qua non c’è niente”
“E no signore, non la vede la più grande invenzione dell’uomo? Qua dentro c’è Dio”
Non condivido il suo pensiero ma mi sta simpatico e gli compro una pallina di neve di lusso
“Quante ne hai vendute?” gli faccio
“Questa è la prima che vendo, di solito le regalo “

Rido e mi avvio verso la porta 7 della MegaFiera, 23.000 persone mi aspettano all’interno, un caldo soffocante, soldi che circolano, misure di sicurezza di alto livello e un sacco di regali tra cui scegliere. Dopo 5 minuti di scale mobili entro nel negozio 230 (22° piano).
Avvicinandomi al bancone delle cravatte realizzo che oramai fanno solo quelle brutte, non si impegnano più a cercare di fare qualcosa di classe o almeno sobrio a vedersi, puntano direttamente allo shock visivo. Forse hanno finito le idee, o forse quelle belle son già state fatte tutte e copiare significherebbe infrangere il copyright sulle belle cravatte posseduto da qualche austera e ricca famiglia. Ne prendo una a caso, ben sapendo che come l’anno prima arrivato a casa la butterò vergognandomi di averci speso soldi. L’anno prossimo spero di regalarne una a qualche amico depresso (oramai ci sono solo quelli), con la speranza che si faccia una risata e non mi chieda se per caso la debba usare come cappio.

Uscendo dal negozio noto da uno dei finestroni de “L’impero” che i grigioni camminano sempre più di fretta in direzione di un cono che si staglia nero sul tramonto e quindi capisco; c’è il grande avvenimento, verrà acceso NEON, il superalbero, un gigante alto 130 metri che ha più lampadine di Los Angeles.
I bambini grigi assumono un pò di colore, guardare l’accensione degli alberi a quanto pare è una attività permessa dagli Educatori, i grandi pensatori del nostro tempo.
I “grigini” purtroppo sono una brutta conseguenza della Grande Educazione, disciplina illuminata nata per costruire un futuro migliore per l’economia (e l’uomo?). Manager a 12 anni, apice a 16, lento declino fino ai 30 e dignitosa pensione milionaria fino ai 50. Morte serena garantita. Tutto questo a patto di seguire alla lettere gli Insegnamenti. Cose come pattinare, tirare palle di neve, correre o farsi una partita a Risiko con gli amici sono misfatti che minano l’Educazione, degni di pene severissime . Per fortuna che qualche bambino colorato ancora lo si trova ma ecco, è il momento, il clown Cobalto, simbolo del CHRISTMAS, sta per tirare la leva arrugginita che farà partire il trasferimento di energia dall’Ospedale Orfani al SuperAlbero NEON.
Il superalbero NEON del CHRISTMAS di colpo si illumina traboccando energia dai suoi 40 chilometri di fibre ottiche e 37.000 lampade Xeon a luce calda. La folla sotto incitata dal Clown Cobalto esprime un atono “Wow” di ammirazione e si mette tutta attorno per ammirarlo. Qualche grigino accenna ad un “Che bello” ma subito viene zittito da un Educatore.
Il Superalbero è la descrizione perfetta dei tempi moderni, anzi, della società moderna; è finto, non è un albero vero, ha abbondanti quantità di plastica addosso e a differenza di quello vero non neccessita di amore e nutrimento, a lui basta essere guardato e ammirato, lui vive se qualcuno lo guarda, quando CHRISTMAS sarà passato lui morirà. Il ciclo della vita del superalbero mi fa immaginare un radioso futuro in cui i bambini si potranno nolleggiare ad ore, per un pò di contatto umano, tariffe economiche, sconto se lo prenoti per 3 ore ma solo se lo tratti bene si, non siamo bestie, ci guadagniamo ma alla salute dei nostri articoli ci teniamo. Mi immagino già una possibile campagna pubblicitaria nazionale e la gente che dirà “Questo con un’ idea da imbecille ha tirato su i milioni, ma nostro figlio farà la stessa cosa, vedrai cara”.
Lo spettacolo continuerà con balletti, cioccolato parzializzato e gallette soffiate per tutti, fino al coprifuoco programmato con cena comunitaria per pre-festeggiare il CHRISTMAS, che quest’anno i Controllori hanno definito potenzialmente pericoloso.

Per me invece è ora di tornare a casa, i rfilettori che illuminavano il cielo di rosso si spengono per un attimo e dopo qualche istante inscenano un cielo stellato per la gioia di tutti.
Finalmente torno a casa, Genny è li tutta contenta che scodinzola, non vedeva l’ora di vedermi, la accarezzo e gratto nel suo punto preferito, un tastone rosso con una freccia bianca impressa sopra:

“Ci sono 12 nuovi messaggi” mi dice

Smorfia

Premo il pulsante delete e riprovo

“Non ci sono messaggi”

Finalmente una bella notizia