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Non sto bene. Emotivamente, fisicamente.

Emotivamente perchè a volte capisci che l’esperienza serve, perchè anche nel dare tutto si manovra con calma, come un autista di camion. Non si entra in quarta, si dosa, delicatamente, con il guanto in pelle di camoscio sul cambio. Serve esperienza quando si parla, serve quando devi capire…conoscere con chi parli, perchè per ognuno la strada per il cuore è diversa, e anche la corazza che lo precede è più o meno sensibile.
E io pecco di esperienza, credo di capire. Mi sbaglio. Credendo di capire, parlo. Sbaglio, due volte, una per aver creduto di capire, l’altra per aver parlato. Cazzo.

E io a volte sbaglio, atteggiamenti e parole senza capire. Dannosi se usati male….dannati, oltre che dannosi.

Quindi ami, e li l’esperienza non basta mai. Anche se hai il cuore grande, e la voglia di dare, ci sono modi e modi. Moduli e moduli da compilare e catalogare tra le informazioni del cervello. Mobili e mobili da spostare, come se la testa fosse una casa in cui vivere in due, in cui la posizione di tutto è lo schema perfetto per la vita perfetta…anzi no, perfetta non significa felice. Felice quindi.

Spero di aver modo di spiegare perchè sbaglio. Se me lo concederete, sappiate che sarà un discorso senza senso, espansivo, contorto, prolisso, sconclusionato. Ma concludente; e stupido. Capirete che ho sbagliato perchè sono ancora troppo stupido, è evidente, e non riuscirò nemmeno a spiegarlo se non comportandomi da stupido.

Dopo lo sbaglio c’è l’attesa, per messaggi da mandare o da ricevere, per risposte che arrivano ma che poi ti accorgi che sei stato ingannato, non è la tua risposta, per cui senti il brivido sulla schiena e stai male, no….perdi quel momento e sullo schermo c’è solo un messaggio della Vodafone:

“L’offerta No limits One è stata rinnov…”
“Vaffanculo, ma che cavolo me ne frega?”

E passa il tempo…e metti Alien e ti metti a scrivere, e alle 3:33 non sai nemmeno cosa hai scritto, perchè oltretutto sto male anche fisicamente, ma questo ve lo spiego dopo.
Per le cose bisogna lottare, lottando si soffre, l’attesa è una sofferenza, l’attesa è una lotta. In amore si lotta. Non uso armi, io parlo, rischiando perchè son stupido, ma è cosi che si fa, onoro la via della parola, un samurai della scrittura. Una penna che più che spada è un fazzoletto bianco, il cancello non lo sfondo, busso e chiedo il permesso. Aspetto risposta dalla regina del castello. L’attesa è lotta, da bravo guerriero mi siedo e aspetto. Anche se non sto bene fisicamente.

Non sto bene perchè ho freddo, sono seduto su una macchina, con un aria nebbiosa che mi avvolge il corpo e la testa, ma dentro. Troppo spumante nello stomaco. Però sento delle ferite anche in altri punti, in testa nel cervello, nel cuore, nella gambe stanche e nella schiena a pezzi. Sono veri questi dolori? Cosi perfetti, uguali, collegati. Una ramificazione di sensazioni.

Male fuori e male dentro.

Attendo.