“No cosi sbagli…devi usare questa…”

Manu mi stava parlando, nella sua mano una spugna morbida. Sorride, nonostante il delitto che sto commettendo ai danni della pentola di alluminio.

“Cazzo scusa…non so dove ho la testa oggi”

Metto giù la paglietta metallica e con la spugna ricomincio a togliere le incrostazioni bruciate dalla padella.

“Non so come ho fatto a bruciare tutto…”

“…e a usare le cose sbagliate per ripulire” mi sorride Manu.

“Già…anche quello…”

“A cosa pensi?”

“Eccolo il problema…inseguo un pensiero che mi faccia da chiave per capire a cosa devo pensare…e a cosa fare…mi capisci?”

“Non proprio….ti senti confuso?”

“Non proprio…”

” E allora cos’è…qualcosa ti turba?”

“Tutto…mi turba la trasparenza del vetro, il funzionamento di una tv, mi turba la gente e i loro pensieri. I loro pensieri e le conseguenze di quei pensieri, di solito parole, stupide, male associate, con tendenze vittimistiche o di glorificata supponenza…e quei cartellini, con scritto “Stupidata” appiccicati su tutto quel parlare e parlare e parlare…”

Manu mangia un mandarino e con la bocca ancora piena, mi risponde “Ti turba il mondo…è normale sai? Succede a tutti…”


“Perchè succede? Ci viviamo dentro, perchè sentirsi fuori posto? Quando nelle migliaia di anni di esistenza umana abbiamo sbagliato a prendere la strada? Senza nessuna possibilità di manovra per tornare indietro? Ci sono mille lingue e ne basterebbe una. Ci sono mille idee e nessuna che serva davvero a qualcosa, mille cose giuste da sbagliare ogni giorno, mille cose sbagliate che facciamo e che noi aggiungiamo alla catasta dei rimpianti…Ma si capisce di che cosa sto parlando?”

“Certo che si capisce e si capisce perchè cerchi chiavi svolazzanti nella tua testa…”

“Ah si?” faccio con tono sarcastico, Manu non sembra interessarsene.

“Si…hai troppe cataste. A casa mia le cataste si bruciano per fare spazio, per ritinteggiare le stanze, per dare una rinfrescata all’ambiente, te invece accumuli come un rigattiere da due soldi e la tua chiave fa mille slalom..e quando la vedi, che svolazza proprio davanti a te e credi di averla quasi tra le dita ecco un’altra catasta che ti distrae, e la chiave è di nuovo sparita….”

“Le ho sempre cercate di nascondere le cataste, per non pensarci troppo…”

“Fai male! Vanno eliminate! Quanta roba pensi di poter nascondere sotto un tappeto senza che ti cada l’occhio su quello strano rigonfiamento, su quel rumore che senti quando ci cammini sopra. Lo noterai e saprai che li sotto c’è una catasta di pensieri negativi stupidi e nemmeno ti renderai conto che anche se nascosti, quelli stanno lì e non se ne vanno…”

“Difficile eliminarli…”

“Perchè? Te lo yogurt scaduto lo tieni in frigorifero scusa?”

“No…ma che c’entra?”

“Che la roba brutta la butti, e ti tieni solo quella che vale la pena di conservare hai capito scemo? Come lo yogurt. Pensa alla felicità e a come tenertela stretta, pensa ad uno spazio enorme vuoto, da riempire, colorare, costruire con chi ami, senza tappeti vecchi e logori, con mille sporgenze e rientranze, in cui ogni curva anomala è un pensiero negativo…”

“Si…ma come faccio a farlo…come inizio a buttare via questa roba?”

“Semplice…chiamala…”

“E cosa gli dico…?”

“Che gli vuoi bene…ovvio”