Varese. Di nuovo.

Normale vivendoci da 27 anni ma stavolta, nessun elogio a colori o cinema. Oggi parlo di me.
Stato d’animo variabile, come il meteo. Non sereno…in realtà non lo è da un po’, ma anche questo fa parte della vita. Troppo difficile capire le persone, soprattutto quando ti cambiano, insieme agli eventi. Ferite, colpi, carezze, tutto contribuisce.
Di solito amo guardare le persone. Mi interessano e gioco con loro, creando storie, osservando i piccoli gesti del loro muoversi, i tic, gli sguardi. Mi divertivo, una piccola attrazione in quel grosso Luna Park che è la vita, perchè è cosi che la vedevo, fino a poco tempo fa. Un parco divertimenti, in cui non c’è mai nulla da prendere troppo sul serio. Poi però arrivano le persone e gli eventi e il Luna Park chiude, fine dei giochi e ti ritrovi davanti ad un’entrata sbarrata, da solo, cambiato forse per sempre.

Oggi guardo le persone che mi scorrono affianco e non mi interessano, mi sento come un fantasma e quasi ci passo attraverso, meccanicamente, senza emozioni.

Oggi non voglio essere gentile, non voglio aiutare nessuno, voler bene, amare, dare un consiglio, salutare qualcuno, lasciare il posto ad un vecchietto sull’autobus.

Oggi non penso nemmeno a me stesso. Non voglio amarmi, non voglio valorizzare i miei lati migliori, curare il mio aspetto, stare attento a quello che mangio, parlare per bene, non dire parolacce. Nichilismo.
Da oggi io fluttuo.

Dovete sapere che fluttuare è molto diverso dal vivere.

Nessuna scelta da fare, ti lasci trasportare tra i problemi e le persone, come se fossi un tronco che galleggia nel fiume e mentre la corrente ti trascina, prendi colpi ovunque e colpo su colpo, le ferite diventano insensibili al dolore e la tua pelle diventa un guscio durissimo e impossibile da scalfire. Cosi che una coltellata al cuore che prendi e che dai non ti fa nessun male. Ed è questo quello che voglio, fluttuare per diventare insensibile, galleggiando tra mille esistenze, rimanendo sul bordo del Maelstrom senza venir risucchiato, dimenticando la volontà di amare ed essere amato.

Ma non disperate per me. Come cantano i ‘Mumford & Sons’ in ‘Thistle & Weeds’, “i will hold on hope” e dentro il guscio la speranza rimarrà accesa che un giorno, magari già domani, con un sorriso, una gioia, un volto, un regalo, un pensiero, mi stanchi di “fluttuare” e voglia di nuovo “vivere”.