Benvenuti a tutti, se c’è ancora qualcuno in questo mondo…

Trasmetto nell’ennesima mattina di vuoto. Una scatoletta di carne essiccata per colazione, il mais è ormai quasi finito. Chissà per quanto ancora potrò mangiare.

Il sole si infrange sulle onde, la scogliera marrone brilla per il sale incrostato lungo le sue pareti taglienti. Una bella giornata. Chissà perchè poi. Chissà per chi poi.
Mancano i gabbiani in volo…sono settimane che non ne vedo uno…chissà se anche loro sono spariti come il resto del mondo. Il binocolo mi restituisce l’ennesimo orizzonte piatto..non una nave, una barca, una zattera. Non una luce nelle lunghe notti, quando sul tetto di questo faro ascolto l’unica voce che mi rimane, il vento, cosi freddo, insistente. Forte.
Mi rimane il cielo, mi resta il verde della macchia intricata che cresce orgogliosa tra le fessure di questo scoglio nell’oceano dal blu profondo e triste, questo muro circolare e la sua scala di legno di quercia ormai macchiato dalla salsedine. Mi resta questa radio, questa voce, il fuoco del camino e la speranza che non sia davvero rimasto solo. Ma oggi quella speranza è più debole che mai.

A volte penso seriamente alla solitudine, a cosa significhi davvero.

I sorrisi, le voci, i pensieri. Piangere da solo, sapendo che qualcuno sa il perchè lo stai facendo, anche se non ti sente. Qualcuno che ti vuole bene, qualcuno che ti odia. Qualcuno che ti ha ferito in maniera indescrivibile. Tutto quel labirinto di emozioni spinose da cui non si riesce ad uscire. Un bacio, ascoltare la musica pensando a lei. Bere un bicchiere di birra con gli amici. Un abbraccio fraterno. Una stretta di mano. Pensieri profondi da condividere, risate. Quanto mi manca ridere…non ricordo nemmeno più il suono della mia risata, ci sono solo frammenti di risate perse di amici, di lei e che non torneranno mai più. Risate che mi mancano da morire.

Questo è quello che manca quando sei l’ultimo uomo rimasto. I ricordi pian piano svaniscono e lasciano solo una consapevolezza dura e fredda come quest’isola nell’oceano: sei nato solo, hai vissuto con qualcuno, ma morirai solo. La solitudine è solo questa, una profonda e orrenda consapevolezza che nessuno ti stringerà la mano, che le emozioni non ci sono più, che quello che rimane è solo scrivere la parola fine su tutto quanto hai fatto perchè ormai non importa, perchè non c’è più nessuno a cui puoi raccontare, nessuno con cui puoi vivere, nessuno con cui puoi litigare. La solitudine è non avere più appigli e sapere che non ce ne saranno nemmeno in futuro. La solitudine è certezza che non cambierà nulla, che le preghiere non riporteranno indietro persone ed eventi. Che il tempo non torna indietro ma andrà soltanto più veloce, inesorabile. La solitudine è un cielo terso senza una nuvola, infinito fino all’orizzonte, senza le sfumature del tramonto. La solitudine è quando non vuoi più parlare perchè è inutile, quando pian piano tutto si spegne, il cellulare, la macchina fotografica che portavo sempre con me…andati per sempre. Questa radio si guasterà e nessuno la potrà più riparare. Il fuoco si spegnerà quando non ci sarà più legna da bruciare o qualcuno che ravvivi la fiamma. Il freddo e il gelo, la polvere e il tempo coprirà ogni traccia, ogni segno e solo il faro farà capire che qualcuno ha vissuto su questa roccia dimenticata. Ma chi ci sarà per capire?

Sono solo, e sono stanco. Dall’ultimo uomo sulla terra un saluto, Radio Uomo Solo chiude la trasmissione anche oggi ed io…

…io credo andrò a farmi una nuotata. Alla fine è una giornata cosi bella. Chissà perchè poi. Chissà per chi poi…