Che i polpi non usano la qwerty

Pezzo N° 75 (lasciatevi rovinare la giornata da noi)

La maggior parte dei pezzi su questo blog parlano sempre delle stesse cose, due tizi insoddisfatti, talvolta sfigati, illusi, presi per il culo ma ancora abbastanza incazzati per scrivere stronzate. 75 pezzi in cui giriamo la frittata e cambiamo giusto i condimenti. Oh certo, qualche risata ve la fate ogni tanto, ce ne rendiamo conto anche noi che a volte serve staccare dalla realtà. In realtà avremmo anche un sacco di altra carne al fuoco, fantascienza, storie pulp, roba geniale e divertente, solo che uno è preso dal suo “masterpiece”, io sono preso e basta. A quelli con un po’ di fantasia finire il concetto. A quelli che mi conoscono…è fin troppo facile.

In teoria non avrebbe un gran senso festeggiare il 75° pezzo del blog, ci sono traguardi più altisonanti come il 100° o il 1000°, ma d’altronde il blog è mio (nostro) e faccio quel cavolo che mi pare, quindi vi cuccate questa celebrazione e cliccate pure su “mi piace”, ve lo ordino e poi, chissà se ci arriviamo davvero al 100, quindi meglio anticipare.

Allora…odio questo blog, amo questo blog. Lo odio perchè tutti i periodi peggiori li ho vissuti e trascritti sotto forma di racconto su queste pagine virtuali. Lo amo perchè almeno c’è qualcuno che può ridere delle disgrazie altrui con la coscienza apposto come direbbe Schopenhauer. Ogni tanto rileggo i pezzi, qualcuno merita davvero, altri sono veramente pezzi riempitivi, magari scritti solo per “farsi” vedere come bambini piccoli, come quel bamboccio grasso e biondo che ho di fronte e che sta tentando di prendere il mio pallone alla bambina a cui l’ho prestato…

“Ehy…lasciala stare!” urlo

Quello si gira e mi guarda. Capisce che non è il caso e la smette. Vi spiego…

Sto scrivendo su una panchina di un campo da basket. Per una volta mi sono portato il marsupio ecco perchè posso scrivere. Dentro ho la mia Moleskina, la mia bellissima Lamy cromata e il mio cellulare. Ho finito di allenarmi due ore fa ma avevo ancora voglia di fare due tiri quindi mi sono rifugiato in un campetto del parco. Un paio di bambini vogliono attaccare bottone, uno mi chiede se può fare una bolla di sapone sul mio pallone.

Ma che cavolo di divertimento ci trovi a fare le bolle di sapone sulla mia palla? Guarda che sono stato bambino pure io e non mi sarei mai divertito con una cosa del genere. Lo fulmino con lo sguardo e gli dico “Provaci…” in tono rissoso. Un altro prende la palla per fare due palleggi; gliela strappo dalle mani. Oggi non mi piacciono i bambini, le persone, i cavalli, i delfini, i koala con i cuccioli, le lettere d’amore ed ogni altra cosa che dovrebbe smuovere minimamente i sentimenti. I bambini però, sono il mio bersaglio preferito al momento, soprattutto quelli che mi vengono vicino, mi parlano nonostante il volume dell’ipod mi impedisca di sentire qualsiasi rumore esterno inferiore ai 187 Db, toccano il mio pallone da basket, mi sorridono. Però poi si avvicina una bambina e io mi tolgo le cuffie. Con la sua vocina mi chiede se gli posso prestare il pallone. Sorrido e glielo dò, per l’invidia degli altri odiosi bambocci grassocci.
Potrei anche regalarglielo, sapete, sono in vena di regali ultimamente. Ho regalato la mia reflex per comprarne un’altra che costa il doppio e fa foto uguali. Ho regalato un po’ di giochi e libri, ho regalato un viaggio a mia sorella. Guadagnando il triplo di un impiegato statale, ultimamente mi sento proprio in vena di non risparmiare nemmeno un euro. Ho prenotato viaggi per un anno, compro macchine fotografiche, finanzio la ricerca per salvare specie di cactus in via di estinzione. Il resto lo spendo in medicine purtroppo, come qualcuno mi ha augurato. Se stai leggendo…missione compiuta…e pensare che io ancora mi auguro che tu possa essere felice. Anche se con qualcun altro.

Ora, sono senza pallone quindi la mia pausa panchina si allunga forzatamente, prendo il cellulare e scorro la rubrica, chiamo un amico.

“Ciao andiamo a vedere sucker punch stasera?”

“Chi sei?”

“Emanuele…”

“Non ci sentiamo da due anni e mi chiedi di andare al cinema?”

“Si, la logica della prima frase mi pare irreprensibile non trovi?”

Mi dirà stasera, mi chiede se vogliamo magari mangiare assieme per fare due chiacchere. Gli rispondo che io voglio vedere un film con lui, sulle chiacchere forse dopo, se ne avrò voglia. Attivo la connessione del cellulare (non riesco a godermi un parco, il sole e gli alberi senza un po’ di tecnologia ogni tanto) e leggo l’oroscopo per i capricorno:

“Hai mai pensato di essere un cretino?”

Oh si. Lo sono, è una certezza, sarà dura cambiare e forse non ne ho nemmeno molta voglia. Sono un perfetto cretino, grazie oroscopo, non mi dici nulla di nuovo, inutile come al solito. Spengo la connessione appena vedo che l’inbox ha raggiunto quota 6035 solo con le newsletter e i commenti di facebook. Ho quasi la nausea.

Ripenso al blog e al fatto che da un po’ di tempo i contenuti sono sempre i soliti. Ho milioni di storie in testa e nessuna voglia di scriverle, di trovare frasi ad effetto e dialoghi, di pensare a trame, colpi di scena e risvolti. Insomma, sto facendo diventare Malditesto il diario personale di un adolescente o poco ci manca, ma prometto di cambiare registro prima o poi, magari che ne so, inauguro una rubrica in cui dò consigli sbagliati sulla vita (per quelli giusti ce ne sono quantità imbarazzanti). Prima o poi le cosa cambiano, prima o poi cambio. ‘Cambio in prima e poi…’ come mi diceva Enzo, il mio istruttore di scuola guida.

“Prima o poi…”

Ieri ero a Milano, un posto che più lo vedo, meno mi vien voglia di lavorarci e viverci ma forse la cosa cambierà con il tempo (pioggia?). Ero lì per affari, lavoro, studio e rapporti sociali. Insomma, mi sono incontrato PRIMA con un’amica e POI con un amico e la maggior parte delle loro frasi, delle loro risposte alle mie domande e ai miei dubbi, finivano con “Prima o poi”. Lascia fare al tempo (Sole? Nebbia?) che le cose cambiano da sole, si sistemano e blablablabla. Sinceramente mi sembra una cazzata ed infatti sono tornato a casa con molte meno sicurezze di quando sono partito e giustamente molti meno soldi a causa dei prezzi esorbitanti dei biglietti del treno. Prima o poi le risposte arrivano mi son detto e mi hanno detto. Prima o poi la ruota gira e arriva il tuo turno. Il tuo turno per cosa? E se dalla ruota non esce il 100? Devo giocarmi un terno fisso su Bari? Come cazzo funziona sta ruota? E che razza di diametro ha? Mettiamo caso che sia larga quanto gli anelli di Saturno, facendo due calcoli e ipotizzando una velocità cosmica standard, mi posso aspettare cambiamenti quando avrò circa 687 anni. Non so se riesco ad aspettare cosi tanto, potrei annoiarmi prima…o poi.

Sempre ieri sera, entro dalla porta alle 21:03:56:456:1089 circa e mia madre incrociandomi mi chiede:

“Ma dov’eri?”

“A Milano…”

“A fare cosa?”

“Un po’ di cose che non voglio raccontare…”

“Va tutto bene?”

“Si si che va bene, ti sembro strano per caso?”

“Mmmh…un po’”

“Sto sorridendo?”

“No”

“Ti sembro depresso?”

“Si”

“Ti sorprende che abbia mangiato fuori?”

“No”

“Allora va tutto bene vedi? Mi ha chiamato qualcuno?”

“Ti hanno chiamato dalla E****** per un lavoro….”

“Se richiamano digli che sono a Toronto…”

“Si…l’altra volta eri in Sardegna, poi malato…”

“Allora digli Shangai e vedrai che non richiamano”

Mi risveglio dal ricordo di questo dialogo “intenso”. Prima o poi da questa panchina devo alzarmi. Lo faccio. Svogliato prendo la mia sacca, infilo dentro il pallone, saluto la bambina, tiro un calcio al bambino biondo che tanto è da solo e gli altri genitori non mi dicono nulla, se si mette a piangere dico che è mio cugino e se lui nega urlando e piangendo gliene mollo un altro. Arrivo a casa, mia madre mi vede e mi chiede:

“Ma dov’eri?”

“A Basket, non chiedermi a fare cosa, giocavo a basket”

“Va tutto bene?”

“Si si che va bene, ti sembro strano per caso?”

“Mmmh…un po’”

“Sto sorridendo?”

“No”

“Ti sembro depresso?”

“Si”

“Ti sorprende che stasera mangi fuori?”

“No…anche stasera? Dove vai”

“Vado al cinema”

” Da solo?”

“Avevo chiamato qualcuno ma non ricordo chi, però ho da festeggiare”

“Cosa?”

“Il 75° pezzo di Mal di testo”

“Che cos’è Mal di testo…”

“Un male incurabile creato da gente incurabile”

O forse no? C’è una cura? Chissà…magari…prima o poi…

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Inchiostro antipatico

  1. Moment

    Sì ma parla per te, che qua si sogna grosso! C’è chi vive al di sopra delle proprie possibilità e chi invece ambisce al di sopra delle proprie possibilità, che è pure peggio.
    Quasi quasi scrivo il 76esimo pezzo per ribattere, ma non lo faccio che voglio dare l’impressione che non scrivo perché sono impegnatissimo. Migliaia di pensieri, centinaia progetti, decine di appuntamenti.
    Un giorno vi renderò partecipi di tutto, forse, un giorno potrete dire “Leggevo Mal di Testo quando nessuno ne sapeva nulla”, un giorno ci rimpiangerete.
    Verrà un giorno in cui starò appollaiato su un’amaca in una spiaggia tropicale con una sabbia bianchissima, uno in cui vivrò in un hotel sperduto in qualche montagna dal clima austero, con una macchina da scrivere sul tavolo e un’accetta tra le mani.

    Nel frattempo vi basti sapere che sono 3 mesi che cerco di comprare una macchina, che ho trovato i pezzi per la francesina anche se ormai non la amo più, e l’idea è quella di truccarla un po’ per venderla al primo stronzo che capita.
    Anzi, vi serve una 206 a metano?

  2. Nurofen

    A quanto la vendi? Ho eccedenza di liquidità, ma solo se lo sportello si chiude

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