Questa è una storiella (breve? lunga?) che mi è venuta in mente ieri sera. Ci sono diverse cose che l’hanno ispirata, alcune sono anche evidenti ma sicuramente prenderà una piega diversa a seconda di come mi sveglio la mattina. Questo è il primo capitolo, non so nemmeno se ce ne saranno altri, ma forse, non importa neanche.

10 Miliardi di persone seguivano con interesse il grande evento sugli olo-schermi nelle abitazioni e nei laser-silver bianchi da 80 metri per 50 piazzati nei centri di raccolta mondiali.
Stava per essere eletto un nuovo Dio, come succedeva ogni mille anni.
L’anno attuale in realtà non era chiaro a nessuno da quando uno dei precedenti “Dio”, che inspiegabilmente riusci a bypassare i controlli neurali che impediscono agli eletti di dire, fare o pensare a cazzate o mosse stupide, decise che i calendari fossero un parto di qualche entità aliena malvagia, costringendo tutti ad un lavaggio del cervello e rimuovendo dalla memoria età, date dei compleanni, utilità dei calendari e dei santi e marche di orologi famosi. Quel Dio venne rimosso a tempo di record e subito venne fatta una nuova elezione ma il concetto di calendario era ormai andato perso per sempre.
Le motivazioni che hanno portato a queste “elezioni” cosi particolari sono quanto di più semplici possano esistere anzi, in realtà è tutto riconducibile ad una sola frase:

“Mi avete rotto le palle”

Non si sa quanto tempo fosse passato, ma si trattava di migliaia di anni prima, quando in una giornata di sole globale (e notte dall’altra parte), una voce risuonò limpida ma forte attraverso lo spazio, l’atmosfera e le menti umane.

“Mi avete rotto le palle”

Il panico si fece largo tra la gente lungo tutto il globo. “Chi cazzo aveva parlato?” “Come avevano fatto tutti quanti a capire chiaramente le parole e il significato delle stesse nonostante si parlassero 600 lingue diverse?” e soprattutto “E mò come mi riaddormento che domani mattina devo alzarmi presto e sono stanco?”
L’ultima domanda in realtà non coinvolse proprio tutti, ma quella parte di mondo che al momento dell’annuncio se ne stava al buio.

Ora, gli scienziati, che al tempo erano bravi, intelligenti, arroganti e presuntuosi, subito cercarono di trovare una spiegazione a quell’evento. Qualcuno tirò fuori assurde teorie per cui il rumore provocato da una vite che rimbalza all’interno di un motore Rolls Royce di un 747, amplificato, deformato da strane congiunzioni delle nubi della stratosfera, deformazioni magnetiche del campo terrestre ed un uragano di forza mai registrata prima presente nel bagno della sezione di coda dell’aereo, avrebbe potuto creare una voce simile e percepibile per un raggio di 60 km. L’esposizione della teoria, con tanto di calcoli quantici, diagrammi, pausa pranzo ridotta e grafici sub-luminali olospaziali durò circa 56 ore, per raggiungere una conclusione che non spiegava nulla.

Il pestaggio ai danni dell’audace scienziato ne durò altrettante.

Vennero fatti studi su studi, inviate sonde e satelliti per capire dove fossero finite le sonde e dopo anni si scoprì che il messaggio proveniva da una zona di spazio non esplorata ed inesplorabile, che emanava una radiazione mai osservata prima e decisamente, decisamente buia. Anche il messaggio stesso, registrato analizzato e dato in pasto a computer biologici di ultima generazione era dotato di caratteristiche uniche, come onde che entravano nel cervello e chissà che cosa combinavano anche se la teoria più accettata è che il rimbalzare di quelle onde tra le sinapsi consentisse di capire tutto e subito in qualsiasi stato la vittima si trovasse, sia che dormisse o fosse sveglio, sia nel caso fosse Coreano o Francese.
Quando gli scienziati si riunirono davanti al mondo per spiegare cosa fosse successo quello che dissero fece precipitare tutti nel panico

“Alla fine…abbiamo raggiunto la conclusione che…l’entità comunemente chiamata Dio…bhe…esiste e si è incazzata…ecco….”

Lo sgomento prese piede in tutta l’umanità. Chi pregava, chi rapinava senza passamontagna in pieno giorno i poliziotti credendo nella prossima fine del mondo, chi dava fuoco agli osservatori astronomici, chi andava in giro bruciando immagini sante gridando come un pazzo “lo sapevo che alla fine avrei vinto io!”

Gli scienziati nuovamente si sentirono in obbligo di fare qualcosa. Non per chissà quale superiorità o arroganza, solo che in quel momento sembravano gli unici sani di mente, quindi progettarono un sistema per cui ci sarebbe stata una divinità ogni mille anni, umana, coadiuvata da un valido strumento scientifico e che avrebbe dispensato consigli, punizioni, gratificazioni e perchè no, magari anche miracoli, con uno stuolo di robot archangeli che avrebbero fatto il lavoro sporco. Tutto per equilibrare un mondo ormai sull’orlo del baratro e del caos.
Recintarono la foresta amazzonica per utilizzare tutta quell’ammasso verde come “cervello” del più grande computer biologico mai creato, un groviglio di sinapsi vegetali, arbusti ed erba che avrebbero dato alla nuova divinità la “mente” per decidere, esaudire, controllare e punire. Una costruzione vagamente simile ad una piramide si stavagliava in mezzo alla foresta, alta 672 metri, conteneva tutte le componenti elettroniche e di alimentazione del cervello principale, che si trovava a 350 metri sotto terra, per ricevere energia dal calore della terra. Tutta la vegetazione comunicava direttamente con il cervello principale che a sua volta era collegato alla divinità umana, che veniva congelata in una sfera di cristallo, ancora cosciente e viva e dove sarebbe rimasta per mille anni decidendo, ascoltando richieste ed in generale, stando ferma a farsi i cazzi degli altri.

Un lavoro di merda.

Ecco perchè Yosouff era preoccupato. Era brillante, intelligente, solare e buono di carattere. Ma anche giusto e severo all’occorrenza, da bravo insegnante di Arabo qual’era. Insomma, il candidato ideale per la carica anche se sperava che fra tutti i 10 miliardi di persone possibili candidate, ci fosse qualcuno più adatto di lui. Ma sapeva anche che c’erano altri fattori scientifici che portavano alla scelta di un particolare uomo. Non doveva fare altro che aspettare finchè le luci cosmiche si sarebbero accese confermando che il precedente DIo, come ultimo atto di generosità della sua vita, aveva scelto il suo successore, dopo mille anni.