Che i polpi non usano la qwerty

Sono una brutta persona

Ci sono alcune verità più vere di altre, e sono proprio quelle che vengono a galla per ultimo. Quelle che rinneghi fino alla fine, quelle che “non può essere”, quelle che non ammetterai mai. Almeno fino quando non diventano palesi.

Ci riflettevo proprio l’altro giorno, in ufficio, mentre mi lavavo i denti, perché adesso mi lavo i denti in ufficio. Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando scrivevo assiduamente qua, ho un lavoro full time, incarichi più importanti, l’abbronzatura, ho quasi imparato a nuotare, colleziono numeri di telefono. E un culo da far invidia alla Lopez.

Ma sono una brutta persona.

E l’ho capito solo dopo la pausa pranzo di quel caldissimo giorno lavorativo. Davanti allo specchio dell’ufficio, facendo una cosa che ho sempre fatto in vita mia ma sempre in uno specchio diverso.
Sono una brutta persona perché premo il tubetto del dentifricio vicino al tappo. Certe volte lo faccio in un modo talmente sbagliato che la pasta sembra voler esplodere dal fondo.
È un verdetto inequivocabile, ma lo voglio rinnegare fino alla fine. Attanagliato dal dubbio però passo in rassegna tutte le mie abitudine per vedere se potrebbe essere vero.

Sono una brutta persona perché apro le banane al rovescio, e ne sono cosciente. Semplicemente preferisco così.
Sono una brutta persona perché trovo sempre il tempo di rimandare la ricerca delle risposte importanti, come quella di poco fa: “Ma il barattolo dello Yogurt va sull’umido o sulla plastica?”.
Sono una brutta persona perché non controllo mai la pressione dei pneumatici, e perché scrivo i pneumatici. Ma “gli pneumatici” a me fa davvero cagare, e quindi devo essere una brutta persona.
Sono una brutta persona perché interrompo i discorsi degli altri per entrare a gamba tesa con una stronzata megagalattica, di quelle che non fanno ridere nessuno e tu pensi che siano loro ad avere il senso dell’umorismo di un inglese, di sangue tedesco per un quarto, ma residente in Francia.
Sono una brutta persona perché quando vado a fare la spesa tasto la frutta, anche se c’è scritto di non farlo. E perché quando mangio il cocomero mi sporco fino alle orecchie.
Sono una brutta persona perché l’ultimo goccio di cocacola è sempre mio.
Sono una brutta persona perché quando a tavola mi sporco le mani mi ciuccio le dita come un bambino. Sono una persona ancora più brutta perché a volte non ciuccio le mie.
Sono una brutta persona perché d’estate mi sigillo in macchina con il clima a palla deridendo chi si fa tutta la superstrada con mezzo finestrino aperto.
Sono una brutta persona perché quando vedo camminare un piccione mi immagino quelli che mi stanno poco simpatici muoversi con la stessa andatura.
Sono una brutta persona perché non ballo ai concerti, anche se mi diverto. Sono una brutta persona perché non ballo affatto.

Sono una brutta persona perché, visto che ora è chiaro che lo sono, mi auguro che le altre siano almeno più brutte di me.

Precedente

Combattere il blocco dello scrittore: tentativo n° 1

Successivo

Le parole sono importanti #4

  1. Tabris

    È vero, lo sei. Benvenuto nel club.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Powered by WordPress & Tema di Anders Norén

%d