A volte hai da lavorare e sai che il riposo è un piacere lontano. Davanti al pc e il letto lo vedi li a due metri, facilmente raggiungibile ma sei su una sedia ormai scomoda dopo ore che ci appoggi le chiappe, con nelle orecchie della musica per tenerti sveglio, la scheda video che sbuffa aria come una forsennata facendo un gran rumore anche se in realtà, è solo una sensazione data dal silenzio della casa, dove tutti ormai dormono tranne te. Lavori, credi sia passato solo qualche minuto ed invece ti ritrovi un’ora e mezza più vecchio, il nervoso cresce, la stanchezza pure e la fine del lavoro sembra sempre più lontana. Ricordo il giorno prima della laurea, con la presentazione da finire, alle 4 di mattina e un pc che non collaborava. Ricordo di quelle due ore scarse di “occhi chiusi”, in cui non riposi, ti stanchi solo di più e non capisci se stai dormendo o sei più sveglio di prima. O ancora, notti che non finiscono mai, di viaggi e serate in cui non puoi tornare indietro e qualsiasi superficie anche appuntita sembra comoda come un cuscino di piumino e attenzione, piumino è più meglio di piume anche se più meglio non si dice e non si scrive. Tutte quelle sensazioni e ricordi di stanchezze passate sono qui, adesso, nel mio corpo. Solo che sono dentro un letto e non c’è nulla che mi vieta di dormire anzi, il mio cervello lo brama da tre giorni, ma mi sento come Al Pacino in Insomnia.

Ah ecco cos’è…insonnia.

Una grandissima stronza…