Buffo quando la routine ti abitua a vedere la vita come se fosse un set di una serie televisiva, in cui tutto è prefissato, in cui ogni “abitante” è un attore con una parte. Io da un po’ la città la vivo cosi…

Sapete, imparando a conoscerla nel tempo, tra i gesti, le fotografie e i racconti che leggo dentro quelle pieghe di umanità, ho cominciato a credere che quelle scenografie e sceneggiature di cemento e carne fossero ormai inamovibili e fisse. Tutto mi sembra già visto e noioso.

Con questo sentimento di sottofondo, oggi entro nella mia edicola preferita gestita dal mio edicolante preferito, che amo definire “l’estraneo più simpatico che io conosca”; un uomo sulla cinquantina, magro e occhialuto, sempre di buon umore e con un delizioso sarcasmo e umorismo che stona cosi tanto in quella città che a volte mi sembra di essere finito in una dimensione parallela. Apro la porta e…

“Quattro biglietti del pullman” esclamo.

Ma non c’è nessun edicolante simpatico. Solo una scaletta alla mia destra e due gambe pallide e nude sopra di essa. Il vestito chiaro molto primaverile e appena riesco a scorgere la testa, in alto tra riviste che nessuno legge, ecco capelli rossi e occhi azzurri. Sorride e mi chiede di ripetere, con una voce fin troppo delicata e gentile.

“Quattro biglietti del pullman” ripeto, ma tutta la sicurezza di poco prima è come svanita, voglio solo che continui a parlare.

Si muove verso il bancone e mi porge i biglietti…

“Cinque euro e venti” mi dice sorridendo

“Eccone sei”

Mentre mi porge il resto dico tra me e me che “questo cambio di attori non mi dispiace”

“Scusa?” fa lei.

“Nulla nulla” rispondo. La saluto ed esco, cambio di scena.

Alla prossima puntata.