Me ne sto sdraiato sul prato con lo sguardo verso l’alto. C’è la betulla, il sole, un pezzo di casa e una strana pace silenziosa. Sarà che tutti mangiano, sarà che un sacco di gente sta in casa nonostante abbia un prato, quindi spesso sono deserti, sarà che in un prato tutti fanno silenzio come in chiesa magari “sssssshhh! Siamo in un prato…” “Scusa…” Verde silenzio…

Il vicino ha installato una di quelle campanelle che con il vento suonano e che contribuisce all’effetto rivelazione zen del momento. Girandomi sul fianco osservo tutti i vari tipi di erba, ne conto almeno dieci oltre ai residui autunnali di foglie cadute da tempo. Chissà perché non ci venivo più da anni qua sopra, anche solo per buttare 5 minuti di un qualsiasi pomeriggio di noia. Anni a calpestare solo il vialetto, a cercare prati da altre parti forse per il discorso dell’erba più verde, sapete, quella del vicino, quella migliore.

Ma io so che la colpa in realtà è della mia indole di sognatore e lo capisco adesso, proprio su questo prato, sdraiato con lo sguardo fisso verso l’alto.

No no, non è questione di “più verde”…

Io voglio l’azzurro.