Che i polpi non usano la qwerty

Pillola del 112° giorno – Decimali

Un unico pensiero fino a quando riuscirò a prendere sonno, questa notte. Ne sono terribilmente certo.

Le ossessioni sono durissime, sono zecche. Prosciugarsi lentamente mentre nella testa c’è il rumore di un martello all’opera, che parte ovattato in lontananza per poi diventare forte, persistente.

“Persistente…non ci penso”

Lo dico facendo un respiro profondo, cercando un equilibrio ma il risultato è che ci pensi più di prima. Provi a pensarci con tutto te stesso allora, facendo il contrario, aspettando che il cervello si stanchi ma tutta quella energia diventa una stretta alla pancia implacabile. Come bere fuoco.

Forse c’è solo da fuggire e ritrovarsi troppo lontano per agire, sbagliare, aggiungere caos. Fare disastri. Perdere tutto. La via del codardo, che ho preso mille volte dopo le altre mille che ci ho provato, fallito, ricominciato, riprovato, fallito di nuovo e di nuovo, ancora e ancora.

Non so esattamente come succedano le cose, li, dentro la testa, poi nella gola e nello stomaco, nella pancia e in quei puntini sulla pelle quando senti un brivido. È possibile che tutto quel casino sia una specie di vento vorticoso che ti mischia l’alfabeto e il pensiero A diventa B e ti svegli che è cambiato tutto e nemmeno sai quando, perché, come. Magari in un sogno, dopo un’idea, con una stretta di mano o durante una telefonata, non lo sai. Butto via tempo in un impegno costante all’insegna di creare categorie, selezione precisa di cose da fare e non fare, cosa pensare e non pensare, schedario di persone e come comportarsi con loro ma si tratta solo di mucchietti di foglie separate, come nel prato davanti casa, autunno, rastrello in mano, nuvole nere all’orizzonte e brontolio sommesso del cielo. Basta un piccolo tempestoso vento di dubbio e incertezza per spazzare tutto, mischiare le carte in tavola. Pragmatismo, logica sono fatti per scontrarsi con istinto e sentimento e io sono animale. Cazzo, lo so già chi vince.

L’ho sempre saputo che i miei mucchietti sono solo castelli di carta. Non ci riesco a ragionare, risolvere equazioni, distinguere tra giusto e sbagliato, riuscire ad avere risultati esatti, senza virgole.

Quando esco tra di voi, tra la gente e ci vediamo, faccia a faccia, mi chiedo se lo noti  che tutto sta cambiando e che io sto cambiando, ancora una volta.

Il destino di una vita fatta di virgole e decimali.

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  1. Molto bello, complimenti.. so come ti senti, quello che per te è un martello per me è un cicaleccio, costante e torrido come l’estate meridionale.

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