Pensavo.
Però poi ho smesso verso tipo le 2:34. Saltellavo sulle strisce pedonali, evitando di toccare l’asfalto, dove ci sono anche i piccoli rettangoli per i motorini che occupano tutta la strada fino allo stop, mentre noi si parlava delle classiche situazioni della vita, a volte come in un interrogatorio-confessionale, sotto la luce di un negozio Original Marines. Io a dirla tutta ero confuso sulle situazioni che mi riguardavano e saltellare mi serviva a quello, per non pensare alla confusione ma solo alle strisce e a come non toccare il nero che il dito arriva un po’prima della punta e devi concentrarti, che se la punta sporge dal bianco anche di un solo millimetro hai perso. Provavo anche all’indietro e di lato, solo con il destro, saltando sulle linee sottili in mezzo alla strada. Saltavo e non pensavo a lei, a che fare, a cosa mangiare domani, che film vedere. Solo al bianco della salvezza e alla punta della scarpa. Quando allargo la falcata penso che quasi quasi vorrei fare scherma da grande.

Ora ho smesso di saltellare e sono a letto confuso come prima. Ma non è stato male pensare solo a dove atterrare, per un po’.