Quando tiro su lo sguardo verso la partita in TV, sembra sempre che la stia guardando per la prima volta, anche se è iniziata da trenta minuti.

Penso ad altro, me ne arrivano mille di pensieri, da quella specie di nube di Oort cerebrale che ogni tanto spara una cometa-neurone a minacciare il sistema solare con radiazioni di umore cedevole e scontroso che sembro quasi mestruato, come mi ha detto pure la sorella giapponese, “A volte credo che tu sia una donna sai?” che non mi sembra un bel complimento.

Vero però e oggi, mando al diavolo tutti. Una ragazza ad esempio questa sera, rea di non avermi risposto un paio di giorni fà e siamo a due in due settimane che poi mi lamento che sono solo, che da innamorato mi ritrovo i buchi nello stomaco, che ho lo sguardo da reduce di guerra che a dire ti amo, quando è l’unica cosa che dovrei fare, ho una paura folle.

“Fanculo…”

Ma si, a pensarci seriamente, non me ne frega un cazzo. Datemi del mestruato sanguinante donna incazzoso codardo stronzo quelchevipare, accetto tutto, ogni giudizio, non importa. Ho un letto, un libro di Charles nel cassetto, un secondo tempo di una partita brutta intermezzato da pubblicità di reggiseni perfetti per donne imperfette su cui fantasticare e da quello della banca che sembra Hannibal Lecter, capito no? Ho della carne con patate che mi tiene giù lo stomaco e i capelli non mi si spettinano perché li ho persi tutti. Ho l’ardore di dire quello che penso senza filtri almeno ‘molto spesso’ se non ‘sempre’ e mi sento messo meglio del 96% del resto del pianeta. In pratica, ho appena deciso che non potete uccidermi, nemmeno con il più grosso meteorite che riuscite a trovare.

Perchè stasera mi sento un pianeta, un bel pianeta. Grosso e senza atmosfera, blu cobalto, pieno di crateri e cicatrici che uno stormo di belle ventenni astronome non vedrebbero l’ora di studiare quindi fatevi pure avanti e anche te, nube di Oort, Lanciami.Tutto.Quello.Che.Hai.

Davvero, non me ne frega un cazzo. Davvero.