Cos’è che rende la vita tale? Il fatto che sia unica, direte, ma se fosse identica dall’inizio alla fine sarebbe la stessa cosa? Se ogni giorno ci svegliassimo sapendo già cosa fare, cosa dire, chi vedere, quali sentimenti provare, se potessimo controllare ogni scelta, ogni occasione, ogni volere, e provare quello che vogliamo e scegliere quando essere buoni, o cattivi, o ignavi e sia quel che sia, sarebbe la stessa cosa? Se tenessimo in mano le redini della nostra vita vivremmo una vita migliore? E se potessimo comandarla a bacchetta saremmo più felici?

Io dico di no. 

Sono poche le menti capaci di partorire una vita come la vita, e quelle menti appartengono solo ai geni, agli scrittori, ai creativi, a quelli che se non apprezzano il mondo, lo cambiano. Poche menti si spingono così in là, così all’estremo, così all’assurdo provando e trovando quello che mai avremmo immaginato si potesse provare e trovare dietro ogni istante che non abbiamo deciso. Nessuno potendo scegliere si inerpicherebbe in sentieri angusti e spinosi, nessuno, potendo scegliere andrebbe oltre i propri limiti, nessuno accetterebbe di camminare in mezzo al fuoco per scoprire cosa c’è dall’altra parte, e tutti proverebbero solo, e magari si accontenterebbero anche, non conoscendone altra, della vita e della felicità a portata di mano. Nessuno scoprirebbe quella celata dietro i pianti, le sofferenze, le scelte difficili, i tormenti, dietro gli errori, i crolli, i fallimenti, le ingiustizie, e gli scandali. Ecco, lo scandalo. La vita è lo scandalo che noi non avremmo pensato mai. Potremmo immaginare la storia più fantasiosa, la ricchezza più sfrenata, la fortuna più sfacciata, l’amore più romantico. Oppure l’opposto, potremmo ipotizzare amori complicatissimi, assassini spietati, le vergogne più basse e le depravazioni più estreme. Eppure, arriverebbe un punto in cui diremmo, no, basta, questo è troppo, questo è immorale, questo non lo farei mai, questo non lo potrei sopportare, questo è troppo persino per me. La vita è il romanzo che non avremmo mai avuto il coraggio di scrivere. La vita non si mette limiti, la vita non ti mette limiti, sei in pista amico, e finché non finisce la musica in qualche modo devi ballare, anche se non conosci il ballo, anche se non vorresti.

La vita è l’assurdo che da soli non avremmo mai vissuto, è lo scandalo di trovarci il piacere vero, quello mai nemmeno ipotizzato. La vita non si ferma, non ne ha mai abbastanza, va avanti e ti impallina con tutto quello che ha. E ad un certo punto arrivi al limite, quasi esanime, in un’estasi a cui ti abbandoni, ed è allora che comincia la vita vera, quando non puoi fare altro che andare avanti e accettare l’idea che non sei perfetto, che non puoi condurre un’esistenza perfetta, che sei solo un uomo piccolo e miserabile in cerca di redenzione, e che quella ricerca fa di te l’essere più bello e più virtuoso e più incorruttibile del mondo, perché nell’ingiusto cercherai sempre ciò che è giusto. Lo scandalo della vita comincia quando riesci ad accettare che sbaglierai per raggiungere quella vita che nemmeno sapevi esistesse, che ferirai delle persone per farlo, non perché lo vuoi, ma perché non riuscirai ad evitare quello che sei, e anche questo è uno scandalo. In questa giostra ferirai, ti feriranno, sbaglierai e farai casino con la tua vita e con quella degli altri. Il tuo morbo contagerà chi ti sta intorno e tu sarai contagiato a tua volta. E in questo scandalo dovrai trovare il modo di mettere a posto tutti i pezzi, di perdonare e di farti perdonare. E a un certo punto capirai che l’unica cosa che conta, l’unica che conta veramente, e che è arrivato alla fine sarai riuscito a strappare quel brandello di felicità che ti aveva mostrato e negato la vita, e per un po’, sarai stato felice per davvero. E al diavolo se per arrivarci avrai dovuto vivere pagine e pagine dove nemmeno ti sei riconosciuto, pagine rinnegate, pagine che non avresti mai voluto aver vissuto. Senza quelle pagine non sarebbe esisto niente. Nemmeno la vita.