Brava Giovanna, brava

Mese: Agosto 2014

I miei giorni cominciano all’alba

I miei giorni cominciano all’alba, ad un’ora variabile che va dalle 6.30 alle 7.30. I miei pensieri cominciano all’alba, a volte anche un po’ prima. Cominciano talmente presto che alle 9.30 ne sono già stanco. Vorrei poter spegnere tutto, staccare il cervello, fare pensieri nuovi, pensieri comodi, pensieri egoisti, pensieri che tendono alla mia felicità pura e diretta, una felicità che non passi per quella di altri. Servire la gente come la gente serve me: “Questo è quanto, se non ti va bene smamma”. Che male c’è in fondo ad essere così semplici? Le complicazioni sono dure da metabolizzare, molto più facile capire quello che abbiamo sotto gli occhi. Molto più facile capire quello che conosciamo e abbiamo avuto sempre intorno. La verità è semplice, e le scelte sono un bivio. 

Paura e libertà

Il cambiamento ci spaventa, a chi più, a chi meno. Ci adagiamo nelle nostre rassicuranti abitudini come un cuscino tra il bracciolo e la seduta. La materna, le elementari, le medie e così via. Chiudere ogni momento della nostra vita per passare ad altro è quasi sempre un trauma, eccitante, ma drammatico. In fondo, in ogni situazione bene o male ci abbiamo sempre saputo vivere, perché cambiare quando possiamo stare come stiamo?

L’estate è morta

Mi vedo il naso screpolato, con la faccia riversa su di un asciugamano technicolor quasi kitch e gli occhi incrociati e fuori fuoco, quando le immagini si sdoppiano…presente si? Che spesso poi, son troppo pigro per rimetterli in convergenza e rimango minuti cosi, perso nella nebbia e nei giochi di specchi opachi della retina.

Tra la foschia lo vedo, in quel Punto troppo vicino perché sia chiaro…c’è un pezzo bianco…sulla Punta…e dal mio Punto di vista intracerebrale Puntato fisso come un laser interstellare ecco…pare enorme…uno squarcio…un foro di proiettile come sulla carlinga di un aereo di contrabbando…i bordi strappati verso l’esterno…sventolio di drappi neanche fosse il cellophane sulle finestre di una casa di campagna abbandonata.
“C’ho un buco” dico a sorella, mentre indico la fine della mia proboscide nana non prensile. Lei comincia a vaneggiare di creme, idratazione e sali minerali che scompaiono chissà come dal mio corpo…e dove se ne vanno eh?

Evaporano? O si sciolgono nell’acqua…si interscambiano per osmosi nell’atmosfera…si perdono microgrammo dopo microgrammo ad ogni pezzo di anima che se ne va giorno dopo giorno finché sarò dimagrito di 21 grammi di umanità?

“Me la vendi la tua anima?” le chiedo

“Stasera metti la crema dopo sole…”

“Ti posso offrire dei bei soldi…”

Le chiedo anche se l’abbronzatura sia andata persa per sempre…sparita per sempre dal naso, cosa che lo farebbe sembrare uno di quei dipinti facciali da guerra africani…oppure un naso da pagliaccio albino ma Sorella mi rassicura…”No” mi dice, non andrà persa se crederai fermamente nella Sacra Crema Doposole…la nuova divinità del giro che conta…e santificherai le feste e la domenica, la onorerai andando al mare tutto il giorno venerandola la sera, quando trasmetterà morbidezza e lucentezza al corpo. Ti chiediamo solo di stare sdraiato su teli sacri e spiagge bianche inneggiando al grande cerchio di luce finché la bianca purezza andrà verso il cuore mentre il torbido nero profondo degli sbagli accumulati andrà all’esterno, trasformandosi in ramata corazza.

“E come faccio se non ho il mare vicino…se salto una domenica mi devo tipo confessare immagino…se no non posso cospargermi di sacro unguento giusto?” chiedo a Sorella

“Ma di cosa stai parlando?”

Sorella non capisce che per me sono cose nuove…io che da tempo non capisco la differenza tra un ‘Dixan Piatti’ sottomarca preso in un discount di Calcutta ed uno ‘Shampoo ricci perfetti’ per capelli con livello di ondulazione 4 e secchezza 6, ma solo dalle 18:00 in poi però, da misurarsi con apposita sonda pilifera. Prezzo 38 euro. Bottiglia da 125 ml. Per dire…anche quando i capelli ce li avevo e mi facevano sudare di meno e sentire più giovane, lo shampoo era il bagnoschiuma e viceversa, non c’era differenza…l’importante era che creasse bolle e profumo, se c’è la schiuma pulisce.

Ma i tempi sono cambiati e io sono antico. Ci sono nuovi dei in giro…e le magliette devono stare strette per forza su fisici stretti e asciutti…e c’è sempre uno strato in piu da mettere che unge e profuma e reidrata le cellule morenti del nostro corpo, la tecnologia ci accompagna in acqua dentro buste trasparenti colorate cosi da fare selfies con orate e anguille guizzanti mentre io, riesco solo a notare il sole che ogni giorno si stanca un po’ prima e la gente è sempre un po’ di meno e ci sono fumi di malinconia…la sera c’è qualcosa in meno da fare e ritornano i pensieri degli impegni e le questioni da risolvere e anche il mare sembra diverso. Un mese fa era tutto più fresco, ma l’estate sta morendo…forse ormai è morta.

Lunga vita all’estate.

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