Il cambiamento ci spaventa, a chi più, a chi meno. Ci adagiamo nelle nostre rassicuranti abitudini come un cuscino tra il bracciolo e la seduta. La materna, le elementari, le medie e così via. Chiudere ogni momento della nostra vita per passare ad altro è quasi sempre un trauma, eccitante, ma drammatico. In fondo, in ogni situazione bene o male ci abbiamo sempre saputo vivere, perché cambiare quando possiamo stare come stiamo?

La paura non è paura, è cambiamento. Ho letto da qualche parte che i cambiamenti avvengono quando si esce dalla zona di comfort. Quando si sta più male che bene allora si cambia. Quando si sta più bene che male non è più nemmeno una scelta cambiare, diventa una condizione.

Perché è la libertà la cosa che fa più paura di tutte. La libertà è difficile da gestire. Quando sei libero sei responsabile delle tue azioni, non sono costrette da nessuno. Le catene invece sono un alibi, per ogni mancanza, per ogni azione, c’è sempre qualcuno responsabile al posto tuo. Le catene sono rassicuranti come le nostre abitudini. Vogliamo essere liberi, ma non ce ne prendiamo la responsabilità. Perché la responsabilità spaventa, intimorisce.

Ma la libertà, come tutto il resto, non è paura, è cambiamento.