Brava Giovanna, brava

Mese: Marzo 2015

Silenzio assenzio

“Ti sento”, si dice quando siamo in sintonia con qualcuno. Sin-tonia, in-tono, non come intonare, ma in tono, unione di toni. Ti sento, è una cosa da dire nei momenti più intimi della giornata, nella reciproca solitudine di una compagnia, occhi negli occhi, mano nella mano, respiro nel respiro. Nel silenzio della notte e nel chiasso dei pensieri o nella quiete del nulla, ti sento. Ti sento in contrapposizione al non sentirsi, al non sentire. Quando smetti di sentire non solo smetti di esperire, ma ti allontani, ti neghi, volti le spalle. Quando smetti di sentire dissenti. È per questo che non bisogna smettere mai di sentire. Quando smetti di sentire diventi singolare, e non intendo dire che diventi insolito o speciale, ma che rimani solo. Quando senti sei plurale, quando non senti sei singolare. Dal siamo passi al sono, e la gravità di questa condizione la si capisce tutta dalla coniugazione. Quando senti dici siamo e quando non senti dici sono.

Le belle ragazze

Io non mi fido delle belle ragazze.
Si sentono come se il mondo fosse il loro campo da gioco, che tutto sia preparato per soddisfare il loro ego.
Io non mi fido delle belle ragazze, credono di potersi permettere tutto, e che tutto quello che fanno possa essere ripianato dalla loro grazia e dal quel sorriso stordente.

Muse

Credo di aver scritto sempre dell’otto marzo, niente di memorabile,  giusto per donare la mia mimosa virtuale nel mazzo di mimose virtuali.
Ricordavo di aver letto che la celebrazione della giornata internazionale della donna avesse a che fare un incendio in una industria tessile,  o giù di lì, che secoli fa arse decine di operaie che lavoravano in condizioni disastrate.
Scopro oggi che non è  vero,  c’è  stato si un incendio,  che tra l’altro uccise anche una percentuale considerevole di uomini ma niente ha a che fare con l’otto  marzo.
Le donne amano così  tanto complicare le cose che ingannano pure sulla loro festa!

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