La casa di Stefano è controllata completamente da remoto. Un termostato intelligente sceglie la temperatura più confortevole, un sensore di umidità apre e chiude le finestre in base alla qualità dell’aria. Alle pareti non ci sono interruttori perché le luci si accendono secondo le abitudini di famiglia. Il forno scalda la pizza autonomamente e quando il frigorifero finisce un ingrediente lo segnala sul display incassato nello sportello di alluminio. Se abiliti la funzione, fa la spesa da solo.
Non ci sono librerie, a casa di Stefano, perché tutti i libri del mondo sono stipati in una cornice dove resteranno per sempre, dimenticati come foto mai sviluppate. Non c’è telefono, né citofono. La casa intera è un gigantesco microfono con il quale parlare con tutto il mondo pronunciando un comando. Non c’è un camino, non ci sono i radiatori, non c’è una cassetta degli attrezzi. L’unica cosa rimasta del passato recente sono i bidoni dell’immondizia, tutti in fila come soldatini appostati sul lato del vialetto d’ingresso, pronti a portarsi da soli in strada il giorno di raccolta. L’immondizia è l’unica cosa rimasta uguale perché l’uomo è ancora rimasto uguale. Quando l’uomo sarà libero dai bisogni del proprio corpo, quando non dovrà più nutrirlo, lavarlo, vestirlo, curarlo, l’immondizia smetterà di esistere. Oltre all’uomo, naturalmente.