Il buco nero è una punto nello spazio in cui la forza di attrazione gravitazionale è talmente alta che niente all’interno del suo campo può uscirne, nemmeno la luce. Una sorta di spugna spaziale che trattiene tutto quello che le passa sottomano. Una calamita che raccoglie tutto, senza distinzione. Certe volte mi sento così, anche se distinguo. Una parola, una promessa, una frase, una coltellata, una canzone, un pianoforte, una foto su Pinterest, una battuta di un film, cento battute di film, un angolo di casa, le porte bianche, una mela rossa su una tovaglia verde, un nome, due nomi,”Black” dei Pearl Jam, le scelte, le vongole, i perdoni, i medici, i parchi, il mare, la pioggia e i temporali, il blu, le mani, la calligrafia, una felpa, un’operazione, una culla, un viaggio, un litigio, un perdono, tutto mi piomba addosso e mi ci rimane, non posso scrollarmelo di dosso e non voglio.