Stamattina lavavo i piatti ignaro della presenza di un bicchiere rotto. Passo tra ceramiche, posate, teglie, finchè non arrivo al bicchiere. Quasi senza guardare, meccanicamente,  passo la spugna carica di schiuma lungo la sua superficie di vetro liscia made in france by Ikea, mano ben inserita nella concavità mentre ‘giro, giro e giro’. Arrivo alla parte scheggiata e il vetro mi entra nella mano e subito, una leggera, istintiva pressione da sorpresa con il bicchiere che si frantuma in mille schegge impazzite nelle mie mani, in un insolito lavandino panna e fragole con schiuma Nelson piatti e sangue a sostituirli. Non l’ho notato perchè sempre più spesso vivo senza nemmeno accorgermene, come una foto di gruppo in cui tutte le persone sono sfocate mentre le crepe del muro alle loro spalle sono chiare, limpide, perfettamente delineate nei loro fastidiosi chiaroscuri di incertezza.