La schiena è appoggiata ad un vetro freddo che ogni tanto mi scatena brividi lungo la schiena.

La gente passa, mi guarda, sorride e prosegue veloce, come ne “L’autostrada” di Silvestri…non ho le cuffie altrimenti ascolterei un po’ di musica almeno…
Il calore è quasi soffocante, mi sposto continuamente per cercare un po’ di aria negli angoli bui di questa stanza se non sono occupati da altra gente pensante…e aspetto.
La frenesia è tangibile, la pazienza che lentamente ti abbandona e cominci a pensare a mente libera per non lasciarsi intrappolare da quel ritmo che non ti appartiene. Ripenso alla notte prima…

Ho sognato. Un sogno angosciante e terribile.