Che i polpi non usano la qwerty

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Pillola del 80° giorno – Non si esce vivi dagli anni ’80

Ho in mano una penna blu con scritto “superqualcosa”. Tamburello con il tappo mentre attendo che l’uomo che mi ha dato appuntamento si ri-materializzi. “Ri-” perchè mi ha ricevuto, mollato li con un lavoretto che dovevamo sbrigare assieme e ora lo attendo, per dirgli che ho finito, per congedarmi, per tornarmene a casa.

Giornata di sbalzi, tra temperatura Sahara dell’esterno e aria microartificiale nano-condizionata, di quella che sa di plastica, di quel freddo da bottiglietta spray che si sente che non è roba di madre natura. La trovo in macchina prima nel viaggio d’andata, poi in quell’ufficio dal pavimento simil-pietra di plastica, vetrate giusto appoggiate e fili pendenti tutti intorno, un cantiere più che una ditta. La trovo poi in stazione e in treno e di nuovo in macchina, ancora.

La odio.

Mi annebbia il cervello, mi toglie energie, mi fa pizzicare il naso e non voglio che mi rovini la giornata, che oggi è il giorno di diario numero ottanta, che io non l’avrei mai detto che ci sarei arrivato. Numero che ricorre diverse volte oggi e vi giuro che non lo dico mica apposta. Come Michela che mi dice di non auto-stressarmi che ho 30 anni mica 80, di stare più tranquillo insomma con la mia vita, la mia fretta innata o gli Afterhours che mi ricordano che non si esce vivi dagli anni ’80 anche se mi chiedo dove stia la novità visto che non si esce mai vivi da nessun decennio, che prima o poi muoiono tutti.

Pure io.

A meno che, come leggevo, quel pazzo russo che finisce per “owsky” o “olyev” non ricordo ma non è importante visto che sono tutti giovani, miliardari e fatti con lo stampino, non faccia davvero quella cosa di scaricare la coscienza sui floppy e farci rivivere come ologrammi dentro super-computer e cyborg anatomici, roba da uncanny valley.

Lo farei? Accidenti non lo so…sarebbe una scelta da veri perdenti quindi magari si….

Certo che vedere il futuro sarebbe figo eh, per quanto orrendo e distruttivo possa essere ma tanto da ologramma al massimo possono premere il bottone OFF ed evitare di sentire le mie cazzate del passato, il che sarebbe di sicuro meglio che morire di fame come succede ai giorni nostri che si sa, c’è la crisi.
Magari sarà un futuro alla anni ’80…war games, deserti postnucleari, città abbandonate, ratti assassini….

Prima…appena uscito dalla ditta, dopo l’appuntamento, sono andato ad esplorare quella sottospecie di villaggio iracheno che mi circondava….
Sono andato sul retro di un ristorante giappo-cinese, a proposito di ratti verrebbe da dire, a dare un occhiata ai vicoli nascosti di quel brutto paese, un assieme di muri sporchi, bidoni, biciclette, case diroccate, strade luride bersagliate dal sole cocente, asfalto grigio e a pezzi. Odore di carogna, fogna e qualsiasi altra parola brutta che finisce in “ogna”

Vi dirò…quei tizi degli anni ’80 avranno pur avuto un look pessimo ma ci avevano quasi azzeccato.

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Pillola del 78° giorno – “Sccciuuuuuurlllp!”

“Sccciuuuuuurlllp!”

Periodaccio questo, perché ho la tendenza a non sopportare le persone.

“Sccciuuuuuurlllp!”

Che mi infastidisce ogni cosa, dai gesti ai pensieri, alle ideologie. Le parole e l’abbigliamento, le acconciature. Quasi tutto.

“Sccciuuuuuurlllp!”

Però non reagisco violentemente, non faccio scenate, “serbo tutte queste cose nel mio cuore” come Maria che chissà perché sta cosa della Bibbia mi è rimasta. Se non sbaglio stava sempre alla fine del Vangelo, quando Gesù tipo diceva qualcosa di fico o montava un casino dei suoi e visto che al resto non prestavo attenzione, la frase finale era il segno che potevo svegliarmi. Ci sta che me la ricordi.

“Sccciuuuuuurlllp!”

C’era scritto anche qualcosa del tipo “ama il prossimo tuo come te stesso” ma ultimamente niente da fare, e questo continuo “Sccciuuuuuurlllp!” peggiora solo la situazione. D’altronde, perché fare casino mentre si mangia? Risucchiare roba come un’idrovora mentre il resto della gente non fa il minimo rumore consumando lo stesso piatto? Tutti tranquilli ed educati mentre te “Sccciuuuuuurlllp!”. Non ti guardo ma mi immagino un muso sporco di sugo e pezzi di animali sparsi in giro, particelle di cibo che svolazzano per inerzia dopo ogni “Sccciuuuuuurlllp!”.

Come faccio, Bontà Celeste, ad amare il prossimo mio se quello moltiplica la mia insofferenza più di pani e pesci? Che poi il mio auto-masochismo non fa altro che farmi concentrare su quel rumore, quell’ostentare gusto, come se fosse la sostituzione di un “complimenti al cuoco” ma fatto con degli “Sccciuuuuuurlllp!” più fastidiosi di un rutto.

“Sccciuuuuuurlllp!” 

Mi alzo e urlo con tutto me stesso: “basta con sti versi! Se mangi un brodo che fai, imiti una barca a motore?”. Sguardi sconcertati, forchette che cadono, finalmente silenzio di tomba…anzi, di sepolcro. Verrò cacciato, insultato, crocifisso. Parte la rissa e l’indignazione, sono la nuova pietra di scandalo della famiglia…

…mi piacerebbe, ma invece stringo solo ha forchetta più forte mentre serbo i miei film mentali dentro il cuore, tacendo pavidamente. Alla mia destra nessun meritato silenzio di sconcerto, solo…

“Sccciuuuuuurlllp!”

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