Che strano malessere, come se non avessi più energie, come se fossi intrappolato in un sarcofago invisibile. Me ne sto sdraiato sul letto, intorpidito, e penso a quanto oggi sia completamente diverso da ieri.

24 ore fa ero circondato da gente, oggi sono solo. Raccontavo di me e delle mie passioni davanti ad un obiettivo largo come una padella, oggi non voglio parlare con nessuno. Ero ad un concerto ora invece, ho pure l’ipod scarico. Ho perso il cavo.
Sdraiato, i pensieri si focalizzano insieme alle immagini dei ricordi…

…un dj continua a smanettare sulle manopole ma la musica rimane uguale, quindi mi chiedo se sia un ballo il suo, una specie di macarena fatta sul mixer. Attorno a me, un banchetto umano per le zanzare attende che gli artisti compaiano sul palco. L’odore di erba comincia ad unirsi a quello del sudore e dell’Autan. In anticipo di ben 2 minuti e 34 secondi, assistiamo al pubblico che si ingrossa, diventa più numeroso e comincia la trafila di gente che ti passa dietro le spalle o davanti, manco avessi l’aspetto di un tornello da stadio. Penso che un tempo forse sarei stato considerato di statura media con i miei 0,00176 Km di altezza e invece adesso, mi ritrovo circondato da bambini più alti di me e ragazzine tredicenni che “ci siamo quasi”.

Mi sento quasi piccolo.

Ma nella vita tutto sommato riesco senza patemi ad arrivare ancora agli scaffali più alti, toccare un canestro da basket, non avere problemi di teste sagomate sullo schermo del cinema e vedere un cantante sul palco. Ancora a misura di mondo.
Finché non arriva lui.

Altezza intorno ai due metri, largo come un paio di lavatrici Indesit attaccate con lo scotch e giusto per evitare che riesca a vedere qualcosa, una chioma di capelli che pare un arbusto di corbezzolo con sindrome di gigantismo. Quando inzia il concerto, vuoi per la calca, vuoi perchè volevo provare a vedere qualcosa mi distacco, defilandomi ma puntualmente, per inerzia o destino beffardo, me lo ritrovo davanti, come se fosse calato dall’alto da un elicottero.
Sembra che spunti dal nulla. Non balla, non si muove, sta fermo nella stessa posa, immobile completamente, che registra il concerto con l’iphone da altezze vertiginose. Fermo come un pilastro ma più peloso. Il monolite di 2001 odissea nello spazio ma armato di video-fonino.

Dopo il concerto, mentre mi lasciavo scivolare sul fianco i rimasugli dello skyline milanese punteggiato di giallo-luce, pensavo al perchè la maggior parte dei ragazzi della sua età, avrà 16 anni, invece di guardare il concerto e cantare a squarciagola lo registra.

Forse perchè cosi può metterlo su youtube, insieme a milioni di altri video tutti uguali fatti dagli altri stronzi che stanno
riprendendo.

“Che pratica stupida!” mi dico e li insulto, finchè non ricordo che pure io ieri mi son ritrovato a riprendere un pezzo di concerto con il braccio intorpidito stagliato verso il cielo come uno scemo.

Capisco che lo fai solo perchè credi che quello che piace a te agli altri non piaccia e vuoi essere sicuro di tenerlo da parte quel momento, che tu si che sei sveglio e che hai capito tutto, che hai carpito la vera bellezza di quel micro-mondo. A me succede sempre, in ogni cosa.

Poi ti guardi in giro e scopri che ci sono 562 aspiranti registi, filosofi o scrittori che fanno la stessa cosa.

Che palle…

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