Meglio vivere di illusioni che morire di certezze

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Pillola del 146° giorno – Hydra

Quindi si, mi ritrovavo dietro un loculo con schermo ad ammazzare zanzare, in una specie di lotta all’ultimo sangue, il mio per il loro. Ogni trofeo finiva in uno spazio bianco cosi che risaltassero le righe chiare su quel corpo nero allungato e totalmente alieno, cosi micorospico e fastidioso.

“Ma come pungono cioè…il pungiglione…l’imbuto che sta davanti, se lo schiacci è molle…cos’è…una specie di erezione?”

Diventa duro e si infila come uno spillo forse oppure no, vedono talmente piccolo e dettagliato nel loro micromondo che il più minuscolo dei pori diventa un pozzo petrolifero e la mia pelle ormai bianchiccia è linda sabbia del deserto e i peli sono alberi morti per il caldo e loro non sono altro che ricchi sauditi che estraggono dal mondo, e il mondo sono io, e loro estraggono estraggono mentre il mondo che sono io cerca di ucciderle, una dopo l’altra con manate, ventate, pugni forti, battimani, pannelli di plexiglass, fogli di carta, biglietti di un concerto stampati da una stampante troppo usurata.

Quando conto i miei trofei li, su quel foglio bianchiccio come la mia pelle che è lindo deserto e conto i morti tutto soddisfatto, con la luce dello schermo che mi deforma la faccia e gli zigomi diventano montagne e le occhiaie sembrano voragini e l’autunno oramai incombe sulla mia testa cosi lucida, con quelle luci al neon che corrono per le rughe come fiumi, ecco che vedo che tutto sommato che se io ora sono il mondo infastidito, ecco, allora, siamo circondati da un sacco di zanzare succhiasangue, succhiavita, succhiafelicità, succhiasperanza, succhiasoldi, succhiacazzi nel mondo quello vero e grande, quello che non sono io, quello che cerca di schiacciarci e mandarci via a suon di tempeste, uragani, vulcani in eruzione, depressioni e crisi economiche.

Milioni di zanzare alte basse, belle e brutte, vestite di stracci o Armani, armate di fucili automatici o di pugni o di parole, eleganti e gentili, raffinate, subdoli, che insegnano a scuola, che non imparano nulla, che ami, che scopi, che saltano all’asta, che battono aste, che bevono, si ubriacano e fingono di divertirsi e che ti tradiscono o che tu tradisci quando diventi zanzara. 

Zanzare che non puoi uccidere. 

Ci provi, gli stacchi la testa e il pungiglione e subito ne escono altre due.

Zanzare hydra.

Pensieri all’occhio di bue

Dopo tanto coinvolgimento fisico-emotivo-cinetico durante la serata con amici, sudata copiosa inclusa per un lasergame (che mi ha fatto capire una volta di più quanto poco resisterei in una guerra vera) con mangiata poco soddisfacente successiva, mi trovo seduto spaparanzato su una panchina fuori dal ristorante, in posizione maschio alpha, comodo e strafottente, mentre mi fumo una sigaretta. Il mio terapista, che è uno bravo e non lo dico solo perchè costa un sacco di soldi, mi dice sempre “se vuoi qualcosa e non danneggi nessuno, chi ti vieta di prenderla?”. Quindi volevo spaparanzarmi e fumarmi una sigaretta e l’ho fatto, cosa di cui poi mi pento sempre perchè ci vogliono 120 giorni per smaltirla anche per chi corre ogni giorno come me e ultimamente ho inalato troppa di quella schifezza che non fa bene anche se a fine anno un check up me lo faccio lo stesso e mi faccio fare l’aspettativa dal mio medico quello del corpo bravo anche lui e in più gratis (potete prendere fiato ora) .
Quindi, sono qui che fumo e mi godo il panorama, un guard-rail di cemento, macchine parcheggiate e una rete verde. Il cielo è nero morte e manco si riescono a vedere le stelle e tutto è filtrato da un vetro mezzo opaco dove vedo il mio riflesso di uomo vestito da barbone ed evidentemente spremuto da ogni energia.

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