Ho spostato il materasso sul pavimento perché quella rete ha qualcosa che non va. Una conca. Mi hanno consigliato di metterci una tavola di legno sopra, per sistemare la cosa ma io ho risposto che ricompro tutto…rete, letto, materasso ed un quad che è tutto il giorno che ci penso al comprarmi un quad. Ed un gommone.

23.33, girato di 90° rispetto all’orientamento standard e forse è per questo che non dormo, il soffitto non l’avevo mai fissato girato cosi. Una novità che non mi piace, che il cervello quando qualcosa non torna comincia a mandarti strani segnali, comincia a dirti che è sbagliato, che qualcosa non va.

“Stai zitto, Cristo”

Il mio soffitto.

“Dovrei essere al castello a sentire i Guano Padano ed invece sono qui” penso, sotto il mio soffitto, che mi son fatto convincere che non è mica vero che i contagi sono 11 ma almeno 100 volte tanti a Chiaramonti ed è quasi sicuro che mi prenda qualcosa se ci vado.

“Se non è sicuro è quasi. 100 volte tanti. Non sono 11” e il cervello subito ti dice che andare è sbagliato, che qualcosa non va, che è meglio il soffitto.

“Non ha senso…ci sarei comunque tornato sotto il soffitto…dopo il concerto”

“100 volte tanti”

La luce del telefono al buio quasi totale è 100 volte tanto più fastidiosa che di giorno ed è chiaro che sia sbagliato, che qualcosa non va, ma son troppo pigro per cercare di fare acrobazie per abbassarla, temo mi precipiti in faccia, che clicchi mi piace sbagliati con il naso, che mi iscriva a gruppi filo-nazisti con una guancia e che mi vengano a prendere domani che dovrei installare le luci del giardino per farmi delle domande tipo se ho parenti tedeschi o se ascolto Wagner mentre corro. Sarebbe spiacevole. In prigione ci sarebbe un nuovo soffitto e al cervello questo non piace.

Tra lo scorrere infinito dello schermo, vedo che c’è un mio amico in vacanza con una ragazza con cui ci provai un sacco di tempo fa e chissà se lui lo sa del perché poi entrambi decidemmo di non sapere più nulla l’uno dell’altra. Chissà se lui lo sa che noi sappiamo. Vedo poi, che tutti quanti mettiamo storie molto simili con mari azzurri cieli tersi roba buona da mangiare e culi ammollo, che sembrano davvero tutte uguali perché è quello che sotto sotto vogliamo, essere uguali agli altri che si fanno il bagno in acque cristalline, perché quelli diversi in realtà capiscono di essere felici da soli o con qualcuno quando di storie proprio non ne mettono perché non ne hanno proprio il bisogno. A volte ci riesco, ma poi decido di essere nuovamente infelice perché siamo un po’ fatti cosi, la felicità ci sembra sbagliata, qualcosa non va da felici, che è meglio il soffitto.

“100 volte tanti”

Foto di coppie. Foto di ragazze scattate da fidanzati sempre invisibili. Foto di feste. Foto di aperitivi. Strana cosa i rapporti umani. Tipo con chi di colpo incontri che poi, di colpo sembra che tu li conosca da sempre finché di colpo son di nuovo estranei, anche se al cervello nemmeno questo convince del tutto. Oggi, non mi veniva la parola ‘idraulico’ e poi ‘pianista’ ed ero li che fissavo il vuoto vomitando un “ehmmmmm” di incertezza e scanning della corteccia. Poi mi sono accorto di non ricordare più quanto facesse 6×7 e quindi sono dovuto partire da un po’ più in basso per poi aggiungere numeri per arrivare ad una cifra più o meno coerente con il risultato esatto.

E in tutto questo avere un cervello sbagliato, un cervello che ha qualcosa che non va, mi sembra incredibile che riesca a ricordarmi ogni tuo discorso, ogni tua risata, ogni tuo capriccio.

“100 volte tanti”