Io ve lo descriverei pure quello che vedo, ma ho sempre avuto problemi con le parole. È una piazza, e nemmeno tra le più belle, diciamocela tutta. È grande, questo sì, ma bella non direi. Ne ho viste tante e posso affermare che le piazze crescono come gli alberi, o come i bambini: si sviluppano come possono, cercando di valorizzare quello che sono. Ognuna è diversa, cresciuta secondo la vita che aveva intorno. Ci sono quelle minuscole, quelle simili a dei chiostri, quelle in pendenza, quelle con i monumenti al centro, le fontane, i pozzi, gli obelischi. La maggior parte ha la chiesa su un lato, e in effetti c’è anche qua, anche se non tocca proprio la piazza. Il modo migliore per descrivere dove mi trovo è un grande parcheggio con i marciapiedi ai lati.
Forse potrei fare di meglio, ma ho sempre avuto problemi con la parole.
Fin da quando ero piccolo e mi chiedevano se avevo la fidanzatina. Mi si paravano davanti queste facce che vedevo una volta ogni tre anni e: “Ti ricordi di me?”
E io stavo zitto.