Conservare in un luogo fresco e asciutto

Mese: Aprile 2022

Tutte le volte che mi sono innamorato

Io ve lo descriverei pure quello che vedo, ma ho sempre avuto problemi con le parole. È una piazza, e nemmeno tra le più belle, diciamocela tutta. È grande, questo sì, ma bella non direi. Ne ho viste tante e posso affermare che le piazze crescono come gli alberi, o come i bambini: si sviluppano come possono, cercando di valorizzare quello che sono. Ognuna è diversa, cresciuta secondo la vita che aveva intorno. Ci sono quelle minuscole, quelle simili a dei chiostri, quelle in pendenza, quelle con i monumenti al centro, le fontane, i pozzi, gli obelischi. La maggior parte ha la chiesa su un lato, e in effetti c’è anche qua, anche se non tocca proprio la piazza. Il modo migliore per descrivere dove mi trovo è un grande parcheggio con i marciapiedi ai lati.

Forse potrei fare di meglio, ma ho sempre avuto problemi con la parole.

Fin da quando ero piccolo e mi chiedevano se avevo la fidanzatina. Mi si paravano davanti queste facce che vedevo una volta ogni tre anni e: “Ti ricordi di me?”

E io stavo zitto.

Venerdì Santo

[Qualche anno fa ho avuto la possibilità di scrivere per una raccolta chiamata Marche d'Autore. Il progetto era nato (e continua tutt'ora) per raccontare le Marche prima di tutto ai marchigiani. I promotori dell'iniziativa sono partiti con una raccolta dedicata ai luoghi, per arrivare con i volumi successivi ai personaggi, la cucina tipica, e prossimamente gli atleti. Questo di seguito è il racconto che ho dedicato a Raffaello Sanzio]

Venerdì Santo

Io e Raffaello Sanzio siamo così. Voi non lo sapete, ma sto facendo quel gesto lì, di unire le dita. I diti, avrei detto prima di diventare uno scrittore. Io e Raffaello siamo cresciuti insieme, io al mio civico, lui in fondo alla strada, da dove indicava la via.

Da bambini ci vedevamo quasi tutti i giorni, e sebbene ci conoscessimo da sempre, ci ho messo un po’ a capire che Raffaello Sanzio fosse proprio quel Raffaello lì, quello talmente famoso da non aver bisogno di altri appellativi. Se dici Raffaello, pensi a lui. 

Talmente famoso da dare il nome a una tartaruga ninja, non so se mi spiego, quella con la maschera rossa, che era la più divertente, tra l’altro.

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