["Esordiente" è una brutta parola e gli esordienti sono brutte persone. Per farvi capire quanto sono brutte basta dirvi che partecipano ai concorsi. In questo bisognava continuare un incipit scritto dalla scrittrice e sceneggiatrice Valentina Capecci, che poi era anche la presidente della giuria del concorso. Sono stato pubblicato ma ho mancato la terzina vincitrice. Ha scoperto solo più tardi che sarei diventato il suo preferito 🤓. In blu l'incipit, in nero la mia continuazione. Avevamo a disposizione solo 5000 caratteri, incipit compreso.]

Apro gli occhi. Li tenevo chiusi ma non dormivo. Succede sempre così quando devo affrontare una giornata impegnativa, passo la notte in bianco. Il mio fisico mi rema contro, per farmi partire già stanco e meno lucido del solito, in modo da peggiorare la situazione. Oggi poi sarà determinante e, comunque vada, la mia vita potrebbe cambiare per sempre. Perciò preferirei che tutto filasse liscio.
Mi alzo dal letto. Doccia, barba, capelli con calma. Sono in largo anticipo, gli abiti da indossare li ho già preparati e, salvo ripensamenti dell’ultimo secondo, o la scoperta di una macchia imprevista, o il classico bottone che si stacca ruzzolando dove è impossibile recuperarlo senza smontare l’armadio, mi vestirò in un lampo.
Evito la colazione al bar, per non sporcare i denti. La sequenza giusta è biscotti, caffè e alla fine dentifricio e spazzolino. Il fluoro dopo la caffeina fa schifo, ma devo.
Pare che sono a posto. Lo specchio riflette l’immagine di uno che sa nascondere emozioni e insicurezze. Però lo specchio forse mente. Staremo a vedere.
Vado.