In queste settimane siamo fuori con la promozione di “Marche d’Autore Vol. 4 – I traguardi”, un libro piuttosto incredibile perché raccoglie un numero spropositato di racconti (più di cento tra racconti e poesie) scritti da altrettanti autori.

Eravamo nella piazzetta di Castelbellino, che se si chiama Belvedere ce n’è motivo, e a turno presentavamo la nostra storia dedicata a uno dei tanti talenti marchigiani che per un motivo o l’altro meritavano di essere raccontati nelle pagine. Dai più famosi che conoscete tutti a quelli noti a livello locale, e che in ogni caso si sono distinti per cuore e risultati. Gente che quando la incontri ti viene voglia di parlare di loro. Gente in grado di ispirare altra gente, che poi forse è questa la cosa più importante dello sport e di qualsiasi altra forma di competizione. Così come di ogni forma di arte, tant’è vero che quando un artista non riesce più a creare si dice che gli manca l’ispirazione.

Ero in mezzo alla platea, ad ascoltare storie che non avevo mai ascoltato, e finisco col provare qualcosa che in situazioni simili non avevo mai provato. La bellezza di tutte queste persone appassionate di qualcosa o di qualcuno. La bellezza delle loro parole esposte e spogliate, della loro ammirazione, del loro stupore.

Mi sono sentito parte di qualcosa che andava al di là del piacere della scrittura. Ho sentito un legame verso le persone che avevo intorno e verso quello che stavamo facendo. Per uno come me che i legami li ha sempre scansati non è affare da poco.
E infatti, pensandoci meglio, ho capito che non si trattava di legami ma di qualcosa di simile e allo stesso tempo diverso.
Alla fine l’ho trovata quella parola lì, la parola giusta, quella che rappresentava meglio quello che stavo provando. Quella parola è connessione.
Legami e connessioni non sono la stessa cosa, si assomigliano ma hanno delle belle differenze. Tanto per cominciare i legami si spezzano e le connessioni si perdono. L’epoca che stiamo vivendo, però, ci insegna che le connessioni si possono ripristinare in qualsiasi momento. Con il termine “connessione” facciamo riferimento a tutto quello che unisce due parti, che permette la loro comunicazione. Audio, video, tutto il resto.

I legami si saldano col tempo, alcuni sono scritti nel dna. Le connessioni sono improvvise, possono essere persino intermittenti. Lampi di comunicazione, di sentimento. Le connessioni sono intercambiabili, i legami no. Possiamo essere legati alla nostra famiglia, alla nostra infanzia e tutti gli amici che ci ha regalato, alle nostre radici, ma possiamo essere connessi con l’universo intero. Se chiudiamo un legame è facile che non lo recuperiamo più, al contrario delle connessioni. Perché i legami si guastano e le connessioni si recuperano. Il legame esiste in sé stesso, le connessioni esistono in funzione di un contatto.

Tra quelle mura mi sono sentito connesso a una comunità che non conoscevo fino a un’ora prima, ho sentito che stavamo facendo qualcosa che meritava di essere raccontato, ho sentito la piazza ricca di bellezza, di talenti, e di relazioni.

E pensate voi se non dovevo raggiungere un traguardo pure io, mentre paravamo di quelli di Mancini, di Tamberi, di Rossi, e di Didimi. Quest’ultimo non vi dice niente, lo so, potete cercalo su Wikipedia oppure connettervi con noi al prossimo appuntamento.