La parola autunno mi fa piangere. E penso che per piangere sulla parola autunno bisogna vivere in autunno. Ma non nel senso di essere ad autunno, ma di essere autunno. Bisogna ritrovarsi in autunno da autunno, per piangere l’autunno. Che se uno arriva in autunno quando si sente primavera o estate mica succede nulla. E immagino che se ci arrivi che sei già inverno, al massimo l’autunno lo puoi rimpiangere. Bisogna essere allineati dentro e fuori, due diapason sulla stesse frequenza. Bisogna risuonare con l’autunno per sentire certe cose.

Per capire che in autunno, se sei in una città di mare, i vestiti conviene stenderli dentro invece che fuori. Che le strade si spopolano, diventano grigie, e pure il sole diventa grigio, anche se fa tempo bello. Grigie sono le ombre, grigie sono le onde. Agitate, irrequiete, spietate. Si mangiano ogni cosa e risputano legna morta. Buona nemmeno per il camino di casa, che un po’ di luce invece la fa ancora.