Stavolta è incurabile

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Pillola del 206° giorno – Metronomo

Salto con la corda, occhi fissi davanti e la quasi ipnosi con quei lampioni lontani che fanno su e giù.

Ha smesso di piovere, riprendo a fare qualcosa dopo due settimane di lavoro intenso, schermi, radiazione, tredici ore seduto. La gente litigava, aveva fretta e parlava troppo.

Le gambe fanno male dopo dieci minuti ma è bello tornare ad allenarsi. Mi sporco anche le mani nel cemento spaccato e bagnato dell’entrata dei garage…niente piazza, niente tempo, niente lista da seguire.

Dopo due settimane di scalette, scadenze, orari lascio che il rumore della corda sul cemento mi faccia da metronomo.

Basta lancette, basta secondi, non ascolto nemmeno la musica. Almeno fino a domani.

Non è uno scherzo, è una corda

Non immaginavo che morire impiccato sarebbe stata una cosa così lunga. Avevo sentito dire che si crepava per il collo spezzato ancora prima di soffocare, e invece no, forse ho sbagliato qualcosa, forse dovevo usare una corda più lunga, ma che ci posso fare se il mio appartamento è basso.
Ho tutto il tempo di fare questi ragionamenti mentre il mio corpo penzola come il cadavere che sarà. È un dolore atroce l’aria che ti manca, senti il tuo corpo come contorcersi su sé stesso a partire dalle dita dei piedi. Senti il sangue che ti pulsa nelle vene, sul collo, sulle tempie, da ogni parte. Immerso in tutto questo dolore sono ancora lucido però, e avrei tutto il tempo per tentare inutilmente di allentarmi la corda intorno al collo, reazioni istintive alla sopravvivenza, ma sono troppo stanco per farlo, troppo sconfitto per volerlo fare.

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